Ultimo giorno nell’incubatore

Il Salone del libro di quest’anno è in dirittura d’arrivo ma nonostante la stanchezza ci ha permesso di  apprezzare le piccole case editrici che cercano di affermarsi nel mondo dell’editoria italiana, presenti nell’incubatore.
L’incubatore è stato caratterizzato dalla presentazione di ben sette nuovi titoli, e la consueta striscia business.

Il primo autore che abbiamo incontrato è stato Marco Gaddi che presenta il suo libro “Edo Franchi e il bastone di Esculapio” che racconta la storia di Edo Franchi, il classico medico di famiglia che si trova proiettato in delle avventure tipiche di Indiana Jones. La particolarità di questo testo è la presenza in sala di tutti i personaggi presenti nel libro compresa la co-protagonista Asia, lo shih tzu dell’autore.

Insieme all’autore ha partecipato anche Alessio Barettini che presenta “Infinite memorie dei luoghi”, dove tratta i temi delle deteriorazione dei luoghi. Il libro non vuole soffermarsi solo su una questione storica e geografica, l’autore vuole oltre a tutto questo, andare ad analizzare e scoprire cosa c’era prima che questi luoghi fossero lasciti al loro destino.

Con la presentazione successiva l’incubatore cambia aspetto, crescono cactus grazie alle esuberanti autrici di “Amiche del cactus”, di Diletta dalla Casa e Lorena Sambruna.
Questo libro nasce da quattro amiche al bar, una sorta di sex and the city alla piemontese, dove ogni donna può identificarsi. Un aspetto che tengono a precisare è che con questo divertentissimo testo sono riuscite a dare un anima al microcosmo torinese da cui hanno preso ispirazione. È un libro sull’amicizia e sulla risata come forza dirompente dell’umanità. Se sappiamo ridere vuol dire che siamo fatti diversamente da chi non ne è in grado, o semplicemente a ha dimenticato come si fa.

L’alter ego edizioni ci presenta il loro ultimo libro noire: “ Le reve du duable” di Alessandro Vettori. Un rapporto tra arte e musica in uno strepitoso contesto thriller.

Ma non solo libri sono presenti nell’incubatore, abbiamo infatti “4Dance!”, una grapich novel ispirata al mondo della danza. Alla presentazione è presente l’illustratore e anche i due ballerini ai quali sono ispirati i due protagonisti, per la gioia dei bambini presenti che hanno avuto l’occasione di vedere in carne ed ossa i loro eroi.
La storia percorre l’intero anno scolastico di Tali e Keyra che si svolge in una scuola di danza, affronta tutti temi e le problematiche che i ragazzi di oggi affrontano ogni giorno: lo scontro con i genitori, il rapporto con i professori e il senso di inadeguatezza che ti prende alle spalle.

In seguito, abbiamo seguito con interesse la presentazione de “Il Collezionista di Biglie di Vetro, del musicista Enrico Nascimbeni, edito da Edizioni DivinaFollia. È un libro dedicato alla moglie dell’artista, Patrizia. “Le mie poesie nascono dall’erba tagliata in giardino, da quello che faccio nella vita quotidiana, dalla mia esperienza personale con Pasolini e Moravia”, afferma l’artista. È una scommessa farsi pubblicare da una piccola casa editrice che ha solo un anno di vita: tanti scrivono poesia, ma poche poesie valgono. Alla fine della presentazione Nascimbeni ci intona la canzone “Pagando s’intende” scritta insieme a Vecchioni, prendendo coraggio in mezzo al via vai dell’Incubatore e coprendo il brusio del Salone con la sua voce. L’artista sostiene le case editrici e le case discografiche indipendenti, perchè crede che il loro lavoro di ricerca sia fondamentale per chi si affaccia al mondo della letteratura e chi ci naviga. Le grandi case a volte sono distratte dai numeri e non si accorgono delle novità o dei nomi nuovi, vivendo troppo sugli allori del passato. “Non credo nella fortuna, ma nel talento”.

In seguito, abbiamo seguito con interesse la presentazione de “Il Collezionista di Biglie di Vetro, del musicista Enrico Nascimbeni, edito da Edizioni DivinaFollia. È un libro dedicato alla moglie dell’artista, Patrizia. “Le mie poesie nascono dall’erba tagliata in giardino, da quello che faccio nella vita quotidiana, dalla mia esperienza personale con Pasolini e Moravia”, afferma l’artista. È una scommessa farsi pubblicare da una piccola casa editrice che ha solo un anno di vita: tanti scrivono poesia, ma poche poesie valgono. Alla fine della presentazione Nascimbeni ci intona la canzone “Pagando s’intende” scritta insieme a Vecchioni, prendendo coraggio in mezzo al via vai dell’Incubatore e coprendo il brusio del Salone con la sua voce. L’artista sostiene le case editrici e le case discografiche indipendenti, perchè crede che il loro lavoro di ricerca sia fondamentale per chi si affaccia al mondo della letteratura e chi ci naviga. Le grandi case a volte sono distratte dai numeri e non si accorgono delle novità o dei nomi nuovi, vivendo troppo sugli allori del passato. “Non credo nella fortuna, ma nel talento”.

Infine vi lasciamo con la striscia business dove è parlato del mondo delle piccole librerie. Alessandro Alessandroni parla della sua esperienza di libraio a Roma. Si è discusso molto dell’importanza di creare una rete. Soprattutto in questo momento, è necessario superare muri e gelosie e darsi una mano a vicenda, ascoltare i consigli dei giovani e unirli all’esperienza dei veterani. “Dobbiamo andare oltre i numeri, o ci uniamo o crolleremo”. La libreria deve diventare un luogo di ritrovo, qualcosa di liquido che prenda la forma del contenitore, e non il contrario. La proposta deve essere declinata al posto in cui ci si trova. È bello che tutti abbiano voglia di parlare, ma il problema è che nessuno si ascolta. Se le librerie sono tutte uguali, se i commessi non conoscono i libri che vendono, se non ci sono sorprese, perchè i consumatori dovrebbero frequentare le librerie? Alessandroni ha unito il concetto di libreria a quello di birreria: c’è una proposta culturale in ogni cosa, in questo modo c’è un elemento di appeal insieme a un’offerta non solo culturale. Ma non è solo una questione di attrarre l’attenzione: se si offre qualcosa di più, il luogo diventa un punto abituale  di raduno. Il problema è che servono differenti competenze ed è difficile integrare tutte le attività. Nel momento in cui si inseriscono prodotti e merchandising, la libreria è snaturata: queste sono le parole dei puristi, che sostengono che ci debbano essere solo libri in libreria e, come partnership, si possono fare accordi con entità gastronomiche come ristoranti e bar, dove non ci sono i libri, ma sono luoghi dove presentarli. È un lavoro da inventare ogni giorno. La rete si crea col web: sito, blog, facebook, twitter. I Social sono senz’altro importanti, tutti i luoghi per comunicare sono fondamentali, ma se non esiste quella concretezza che è il rapporto tra librai e consumatori si arriva a un vortice di carta e click fini a se stessi. Alla domanda “quanto fanno paura gli ebook?”, la risposta è stata: “Il digitale non è il nemico, non si vende in libreria, è un’opportunità in più. Amazon, Carrefour, Autogrill, questi sono i nemici, perchè non spetta a loro vendere libri e non ne hanno le competenze culturali”.

 

 

 

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