Uccidi il padre – Sandrone Dazieri

Titolo: Uccidi il padre
Autore: Dazieri Sandrone
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Mondadori
Genere: thriller
Pagine: 562
Prezzo: 18.00 €

Dazieri  è uno scrittore e sceneggiatore di successo. Come scrittore ha acquisito la notorietà attraverso la saga noir del Gorilla, mentre in televisione ha firmato serie di successo come Ris e Squadra Antimafia.

In questo romanzo nulla è scontato, quasi come se, fin dalle prime pagine, l’autore ci volesse far capire che bisogna che occorre sempre diffidare delle soluzioni  che appaiono semplici.

La storia inizia con il rapimento di un bambino ed il ritrovamento del cadavere della madre in un parco alla periferia di Roma. I sospetti della polizia cadono subito sul padre, ma quando ad osservare la scena del delitto viene un ex poliziotta i dubbi cominciano ad affiorare.  Il capo della Mobile Alfredo Rovere non si fida di chi conduce le indagini, il quale sembra intenzionato a chiudere in fretta il caso, per questo chiede a Colomba, poliziotta in aspettativa dopo una terribile disgrazia durante  un indagine in Francia, di collaborare con Dante Torre un esperto di persone scomparse a sua volta rapito quando era poco più che un ragazzino.

I personaggi scelti dal capo della Mobile della Mobile sono estremamente diversi, ma hanno in comune un passato che li ha feriti e con cui devono dolorosamente convivere.  Dante ha la capacità di osservare  analizzare ogni minimo dettaglio e capire quello che le persone provano, ma d’altro canto teme ogni contatto esterno, ha molte manie e fissazioni. Colomba è una poliziotta forte, ma emotivamente fragile in seguito ad un traumatico evento che le ha fatto perdere confidenza sulle sue capacità. Queste due persone dovranno imparare a fidarsi l’uno dell’altro perchè saranno soli, ma soprattutto avranno contro tutti sia “Il padre” figura misteriosa che, attraverso la sua rete criminale, rapisce bambini per i suoi folli esperimenti che le forze dell’ordine incapaci di andare spesso oltre le apparenze.

Dante vede questa indagine come una missione per sconfiggere il suo demone interiore, infatti, fin dalle prima pagine, riconosce attraverso piccoli dettagli nel rapitore colui che per tanti lo tenne prigioniero.

La bellezza di questo romanzo è la sua costruzione di personaggi  complessi per il loro passato, il quale viene svelato lentamente, ma che non si lasciano condizionare, anzi agiscono e scelgono di combattere, seppur a fatica, i loro demoni esteriori ed interiori.

Inoltre la sua abilità nel descrivere le emozioni è tipica di chi deve usare delle immagini per veicolare, con immediatezza, il senso della storia. Un esempio calzante è il prologo quando Dante ragazzo vede, dopo tanti anni, attraverso una fenditura, il mondo esterno “Ha visto il verde. Ha visto l’azzurro. Ha visto una nube che sembrava un maiale. Ha visto il tetto rosso di una casa” (pag 11)

Il ritmo della narrazione è un’altra peculiarità dello scrittore che sa usare l’acceleratore per tenere viva l’attenzione del lettore, il freno per cambiare direzione e sorprendere anche i più attenti, ma anche scegliere un’andamento lento ove occorre spiegare quello che c’è dietro gli avvenimenti principali.

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