Autore: Mattia Bertoldi
Titolo: Ti sogno, California
Editore: Book Salad
Genere: Narrativa
Numero di pagine: 273
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: € 13
Un acerbo Mattia Bertoldi consegna al pubblico Ti sogno, California, suo romanzo d’esordio pubblicato dalla giovane casa editrice Book Salad. Lo scrittore, classe 1986, ha curato nel 2010 l’autobiografia di Paolo Meneguzzi, quindi vanta già un’importante esperienza in ambito editoriale. Nel suo libro ci sono tre amici e coinquilini, una ragazza e la California. Tutto il necessario per il viaggio della vita, desiderio – forse – di ogni venticinquenne, alla ricerca dell’amore di una notte. Il libro scorre via in un attimo attraverso le parole del protagonista e narratore, Tommaso, stretto tra sogni abbandonati troppo in fretta e illusioni tenute in vita troppo a lungo. Come spesso accade, la metafora del viaggio è fondamentale per portare avanti un’indagine interiore nel protagonista, mossa dalla volontà di Leonardo, l’amico che perde la testa per la californiana Kimberly e decide di ritrovarla a tutti i costi. Ma è poi amore o si tratta di una vera e propria ossessione?
È questa la chiave di lettura per i pensieri di Tommaso, ancora illuso di poter tornare con la propria ex fidanzata e persuaso di poter trovare soddisfazione in un lavoro che sembra avere l’unico pregio di garantirgli uno stipendio fisso. Non che sia una caratteristica da buttar via, ma qui parliamo di passioni strozzate dalle ossessioni. Forse la ridondanza di alcune frasi del libro rischia di distrarre il lettore, che non riesce a restare sorpreso di fronte a situazioni casuali che puntualmente risolvono i problemi dei protagonisti, tra i quali spicca il terzo amico, Pietro, freddo e meticoloso (maniacale, anzi) ma con il debole del whiskey. Peculiarità interessanti che avrebbero avuto maggiore giustizia con qualche descrizione in più. Il messaggio di Bertoldi intercetta però i bisogni di una generazione intera: la fuga come necessità, la perseveranza come requisito primario per il raggiungimento di un obiettivo, il viaggio come infinita fonte d’ispirazione letteraria per l’umana gioventù. Non si può definire “banale” un concetto – il bisogno ossessivo di viaggiare, realmente o mentalmente, per vedere e capire – che attraversa intere generazioni, più giusto definirlo “fisiologico” se non “necessario”. Scrivere libri che raccontano viaggi è quindi necessario.
Il sogno sembra essere inscindibile dal viaggio, e in questo libro tale legame emerge in tutta la propria forza sin dal titolo. Essendo qualcosa di immaginario e idealizzato, il sogno non si realizza mai come lo desideriamo, ma sempre con qualche differenza. Il sogno si adatta. A dispetto di un finale un po’ frettoloso si conserva il pilastro dell’amicizia, sul quale si fonda l’intera vicenda, e il motore delle passioni, che il protagonista trova modo di riaccendere grazie al viaggio, che è quindi un mezzo, non un fine; questo è bene ricordarlo. Siamo quindi in viaggio con Mattia Bertoldi, che nella prima tappa ci ha mostrato delle intenzioni interessanti, ora attendiamo le prossime.