Barbara Bellomo ha scritto un libro proprio per tutti i gusti, amore, storia e delitti, ingredienti perfetti che troverete ne La Ladra di Ricordi, un romanzo difficile da definire ma che saprà sorprendervi. Ecco cosa ci ha raccontato Barbara di questo suo ultimo e intenso lavoro..
Come mai hai scelto proprio la Roma antica come ambientazione del tuo romanzo? Cos’ha questa città che secondo te manca nelle altre?
La motivazione è molto semplice in realtà, dopo la laurea io ho conseguito un dottorato in storia antica e ho studiato per anni la storia romana, per cui è stato inevitabile per me portare il mondo che conoscevo meglio nella mia scrittura.
Questa alternanza tra passato e presente è un’espediente che sicuramente cattura l’attenzione del lettore, c’è un motivo per cui hai adottato quest’espediente narrativo?
Credo che il passato abbia sempre ripercussioni sul mondo moderno, quindi forte anche dell’idea che l’animo umano non sia cambiato molto attraverso i secoli, ho deciso di mettere in paragone queste due epoche anche da questo punto di vista degli affetti. Ho fatto questa scelta anche per provare a recuperare l’antico nella contemporaneità, e l’ho fatto anche attraverso la protagonista che è un’archeologa.
Quindi credi che il tuo libro, La Ladra di Ricordi, tu possa anche far riaffiorare nel lettore la voglia di scoprire il suo passato?
Questo sicuramente, anche perché adesso la storia antica viene vista già dagli anni della scuola come una serie di date noiose. Nei miei romanzi io cerco di raccontare le parti più nascoste e meno note che hanno popolato la storia anche per provare a far rivivere quei personaggi e per ricordarci soprattutto che noi siamo la storia.
Puoi parlarci della protagonista del tuo romanzo, quanto di te hai nascosto in lei?
La protagonista è Isabella De Clio, un’archeologa molto giovane, una persona un po’ spigolosa, ha un pessimo rapporto con gli uomini e ha il vizio di portarsi via dai luoghi che visita dei ricordi, ai limiti della legalità. In realtà lei è molto diversa da me, lei è un po’ come una figlia per me e come tutti i figli tu cerchi di costruire un percorso ma questi ti sfuggono completamente dalle mani.
L’immagine di una donna in grado di rubare ricordi è veramente molto affascinante, cosa ti ha ispirato e credi che si possa fare anche nel mondo “reale”?
Io credo che tutti noi siamo dei ladri di ricordi, anche semplicemente quando scattiamo delle foto, infatti spesso quando siamo in viaggio è più la smania di immortalare il momento per sempre che viverlo. Nel caso di Isabella il fatto che lei sia un’archeologa mi ha spinto a farle rubare degli oggetti più che delle immagini, lei ha bisogno di toccare gli oggetti per creare la sua storia che poi custodisce in una scatola.
Ne La Ladra di Ricordi troviamo i temi e i generi più diversi, c’è il giallo, le storie d’amore e la connotazione storica, come hai fatto a armonizzare tutto?
Io credo che principalmente il libro sia un giallo che lega vari aspetti come la storia antica e l’amore che inevitabilmente la protagonista prova, sinceramente ho difficoltà a definire il genere del mio romanzo.
La tua protagonista a un certo punto dice «Sai? Quando pronuncio “per sempre” mi vengono le vertigini. Cosa dura nella vita di un uomo per sempre? Niente. E come si fa a promettere che quello che ci piace oggi ci piacerà anche fra venti anni?» Sembra una frase un po’ strana detta da una specializzata di storia antica?
Invece no, perché quando si studia molto la storia come la mia protagonista, si innesca un senso di malinconia del fatto che sì restano gli oggetti ma vanno perse tutte le emozioni legate ad esso. Questa è una frase che lei dice a causa della sua mancanza di fiducia nei confronti degli uomini, ma è un pensiero che è anche molto mio, nella vita tutto cambia e non dobbiamo mai fermarci.