Questo mio corpo sfamerà le rose – Florbela Espanca

Titolo: Il mio corpo sfamerà le rose
Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Graziano Graziani
Pagine: 227
Prezzo: € 15,00

Florbela Espanca con la sua poesia si impose nel Portogallo repubblicano che sfocerà nella dittatura di Salazar come una donna e una scrittrice fuori dagli schemi.

I suoi versi sono attraversati da un lirismo cupo e da un’angoscia sempre oscura. Ma la poetessa non rinuncia mai a una vena scandalosa con i suoi componimenti erotici carichi di erotismo e panteismo.

Non è facile per lei essere una donna che scrive in quegli anni in un mondo letterario maschile.

Da Interno Poesia, nella collana Interno Novecento, esce Questo mio corpo sfamerà le rose, un volume curato da Graziano Graziani che raccoglie l’opera poetica di Florbela Espanca.

Finalmente possiamo leggere nella nostra lingua la voce dirompente della Espanca, accogliere la sua poesia che strappa la carne e le sue parole che scelsero la forma del sonetto classico per accarezzare la morte, cantare la vita e cercare l’amore.

«In realtà al netto della passione amorosa – scrive Graziani nel saggio introduttivo – i temi centrali della poesia di Florbela Espanca sono la sofferenza, la solitudine e l’isolamento. Nonostante nelle sue lettere emerga spesso entusiasmo, questa è soltanto una delle facce della poetessa portoghese. È lei stessa a dire di nascondere, dietro un volto sorridente, un’anima in pena».

In Libro d’angosce, la sua prima raccolta del 1919, possiamo comprendere la sua sorte crocifissa al profondo di un dolore. È il diario poetico di un’anima in lutto, mai compresa a fondo.

«È un convento ideale il mio dolore / pieno di chiostri, d’ombre, d’archi e volte, dove la pietra, in scure giravolte, / segue una linea fine di scultore». Brughiera in fiore, pubblicato nel 1931 a un anno dalla sua morte, è considerato il suo capolavoro. Forsennata è la sua ricerca di un’estasi dell’amore e allo stesso tempo la poetessa guarda il mondo e non smette di soffrire. Nei suoi versi c’è tutta la stanchezza di un essere umano che non riesce a liberarsi dalla trappola dell’angoscia. «Questa ansia mia di vivere, impellente, / è il fuoco tuo che accende, se mi tocchi, / il cuore mio di ceneri già spente».

Florbela Espanca viene dalla stessa terra di José Saramago, la sua poesia è molto amata da Pessoa.

Oggi è considerata una delle voci più importanti della poesia portoghese del Novecento.

Per lei essere poeti è avere fame e sete d’infinito, fare del mondo un grido.

Nella vita e nella scrittura l’angoscia non le ha mai dato tregua. Il suo cuore è un tumulo profondo, dove dormono, lieti, gli dei morti.

La sua poesia pagana scortica le parole e lei si consuma fino al suicidio, cercando sempre una via d’uscita ma il suo nome è stato sempre “Principessa Scoramento”.

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