Data di pubbl.: 2006
Casa Editrice: Sellerio
Genere: Raccolta di racconti
Pagine: 216
Prezzo: 8
Pugni è una raccolta di 3 racconti: Boxe – il Ballerino è un ragazzo magrolino e sfigato, va bene a scuola, suona il piano per obbligo e non disobbedisce alla madre. Un giorno si impunta e si iscrive in una palestra di boxe; il suo mito cresce, le sue gesta sono sulla bocca di tutti anche se nessuno l’ha mai visto combattere. Poi un giorno la Capra, ragazzotto-pugile sordomuto, il più forte di tutti, decide che vuole sfidare la leggenda del Ballerino per dimostrare di essere migliore. E così eccoli lì sul ring, due ragazzi emarginati, che su quel quadrato verde riescono a rimettere a posto i pezzi sparsi e scoloriti delle proprie vite. L’incontro fa da spartiacque tra l’adolescenza e l’età adulta con quel carico di verità e consapevolezza che ne consegue. La Capra era d’un tratto la vita stessa, che mi aveva preso e portato fuori da quel mondo di balocchi in cui ero un fenomeno. Cavalli – Daniel e Natan sono due fratelli un po’ scapestrati. Il padre non può prendersi cura di loro e così regala un cavallo ciascuno: saranno i due ragazzi ad occuparsi degli animali, un baio e un sauro, che porteranno i due protagonisti verso mete differenti, attraverso sentieri opposti. Natan va in città a provare nuove esperienze, a diventare uomo oltre le montagne e Daniel rimane per diventare allevatore di cavalli. I sentieri dei due giovani si ricongiungono nel momento in cui Daniel subisce un torto e affronta a testa alta la situazione. I cavalli conducono i due fratelli attraverso strade e sentieri diversi, a volte opposti, attraverso le esperienze della vita, fino a farli diventare uomini. Scimmia – Nico e Piero sono vecchi amici d’infanzia che ormai si vedono poco. Il fatto è che di punto in bianco Piero si mette a fare la scimmia: grugnisce e si batte le mani sulla testa e sta rannicchiato in terra a giocare con i gusci di pistacchio. I protagonisti del racconto, a differenza dei due precedenti, sono adulti ma l’ombra della pazzia li riporta entrambi ad età precedenti: Piero è un bambino che gioca a fare la scimmia e Nico riesamina tutti i suoi ricordi.
I fili conduttori dei racconti sono il doppio, il rapporto con l’alter ego e il processo di maturità, qui sempre descritto come un attimo, un momento fugace nella consapevolezza che niente sarà più come prima. La scrittura efficace e genuina è accompagnata da un pizzico di ironia amara che scorre tra le pagine e insinua nel lettore un po’ di sana malinconia.
Nel 2011 il regista Michele Rho e lo sceneggiatore Francesco Ghiaccio traggono il film “Cavalli” dall’omonimo racconto della raccolta di Grossi (finalista del Premio Strega e vincitore del Premio Chiara) che presentano alla 68° edizione della Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Controcampo Italiano. Il film, dall’ambientazione western, è molto fedele al racconto anche se sono state aggiunte alcune scene al fine di rendere più chiari e leggibili allo spettatore i sentimenti che muovono le azioni dei personaggi. I protagonisti del film sono i due fratelli, ribattezzati Pietro e Alessandro (su richiesta della produzione), i cavalli Baio e Sauro e la natura, incredibile scenario delle vicende. La critica ha accolto positivamente il film, purtroppo mal distribuito nelle sale italiane. Come lo stesso Rho confessa la lavorazione del film è stata un po’ difficoltosa, soprattutto le parti da girare con gli animali; un aneddoto divertente vuole che per girare la seconda apparizione del lupo, in cui dovrebbe sporgersi fiero dalla cresta della montagna fissando Alessandro, la troupe abbia dovuto avvalersi dell’aiuto di un cagnetto che, al seguito dei suoi padroni, passava di lì. Il lupo infatti dava le spalle alla cinepresa e l’animalaro (chiamato in gergo il responsabile degli animali sul set) non riusciva a smuoverlo; quando per caso la coppia col cane è passata di lì il cane ha guaito e il lupo si è messo subito sull’attenti permettendo al regista di fare le riprese necessarie. “Le 3 cose sconsigliate ai registi al loro primo lungometraggio sono di girare coi bambini, gli animali e all’aperto…ecco direi che ho iniziato bene!” commenta Rho con ironia.
Fu subito chiaro a tutti che i cavalli avrebbero portato i due fratelli in luoghi diversi. E’ inutile stare a raccontarci che siamo tutti uguali, ognuno sfrutta il mondo a modo suo, per arrivare suo malgrado dove gli spetta. C’è chi il coltello lo usa per uccidere e chi per affettarsi una mela. Lo stesso coltello, e tutto ciò che c’è nel mezzo, è il mondo diverso per ognuno di noi.
[Francesco Ghiaccio, Pietro Grossi, Michele Rho con Bambi Lazzati, direttrice artistica del Premio Chiara]
[Pietro Grossi, Michele Rho, Francesco Ghiaccio]
[evento “dal libro al film” 30 marzo 2012 Varese]
[scrittore, regista e sceneggiatore rispondono alle domande degli studenti]
il trailer del film: www.youtube.com