Ironico e dissacrante: questo si legge nella motivazione che ha spinto l’Associazione Amici di Piero Chiara a conferire il Premio alla carriera a Paolo Villaggio ed è anche ciò che è emerso maggiormente della sua eclettica personalità già dalle prime battute pronunciate sul palco del teatro Sociale di Luino ieri durante l’incontro per la consegna del riconoscimento. Il numeroso pubblico ha ascoltato divertito e stupito le performance dell’attore: tutti conoscono infatti le sue sferzate ironiche e la sua vena oggi più che mai “diabolica”. Accompagnato da Massimo Boldi nella duplice veste di amico e simpatico moderatore e da Claudia Donadoni, il comico genovese non ha esitato a spiazzare e a provocare gli spettatori ribaltando i ruoli. Lei, molto abile nel giocare di sponda, ha cercato di portare la discussione su altri temi, ma è stata costretta a parlare dei propri problemi personali. Ad interrompere provvidenzialmente l’argomento è stato proiettato un filmato di venti minuti, preparato magistralmente dagli organizzatori del Premio, che racchiudeva alcune delle scene più esilaranti che avevano come protagonisti i celebri personaggi creati da Villaggio: il prestigiatore Kranz, il pavido Fracchia e il ragionier Fantozzi. Si sono scatenate risate fra il pubblico, che ci hanno fatto ancora una volta comprendere come la genialità di Villaggio emerga proprio in queste battute e sequenze davvero senza tempo, irresistibili anche se riviste decine di volte. E così, davanti al grande schermo che campeggiava sul palco, lo stesso attore ha mostrato di divertirsi molto…
L’intervento del giornalista della Prealpina Diego Pisati a quel punto ha riportato l’attenzione sulla grandezza non solo dell’attore ma anche dello scrittore, peraltro elogiato dal poeta russo Evtusenko, e sul successo di una maschera come quella di Fantozzi: in lui noi vediamo il nostro vicino di casa, il nostro collega di lavoro, il nostro ex-compagno di scuola e mai riconosciamo qualcosa di noi stessi e delle caratteristiche che non sono solo dell’italiano medio, ma anche in generale dell’essere umano. Villaggio ha sottolineato che all’inizio era così, ma poi questo personaggio è stato amato proprio perché era terapeutico: è riuscito a convincere tutti che forse la sua condizione di inadatto era comune a un sacco di gente e quindi si verificava un’azione di recupero della felicità. La funzione del comico è infatti quella di stabilire una specie di amore per la scempiaggine e l’ignoranza. Egli ha dei comportamenti infantili: ride, innanzitutto. L’amore per certi comici è dovuto al fatto che ricordano la fase più felice della vita, l’infanzia. Il comico non deve passare all’età adulta: Massimo Boldi non ha potuto che confermare questa osservazione, ricordando che il suo primo palcoscenico è stato l’asilo di Luino, mentre è spettato a Claudia Donadoni il compito di ricordare che i bambini sono divertiti da questi personaggi per lo stupore, la freschezza e la spontaneità che li contraddistinguono.
A questo punto Romano Oldrini, Presidente dell’Associazione Amici di Piero Chiara, la direttrice artistica Bambi Lazzati, il direttore di AD Ettore Mocchetti e i rappresentanti delle istituzioni si sono riuniti sul palco per la consegna del prezioso riconoscimento. Nel frattempo a noi spettatori è rimasta impressa l’immagine di un personaggio provocatorio ed acutissimo e ancora una volta i suoi personaggi ci hanno fatto ridere e ci hanno scosso, lasciandoci con qualche pensiero: quanto di Fantozzi c’è davvero in noi?