Autore: Deborah Levy
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: NN editore
Genere: Narrativa
Traduttore: Gioia Guerzoni
Pagine: 240
Prezzo: 18 €
Cosa c’è di vero nei nostri ricordi? È questa la domanda che il lettore si porrà alla fine del romanzo L’uomo che aveva visto tutto. Con parole taglienti e una trama incalzante, questo libro ci porta nella dimensione della memoria, in cui ogni frammento cerca casa.
Tutto ha inizio nel 1988. Il protagonista, Saul Adler, è un giovane ricercatore che si trasferisce nella Repubblica democratica tedesca, meglio conosciuta come Germania dell’Est. È giunto qui per completare i suoi studi, ma anche dopo che la sua ragazza lo ha lasciato senza un motivo. C’è però un altro particolare, prima di partire da Londra, la città in cui vive, Saul viene investito da un’auto mentre sta attraversando Abbey Road, celebre strada che riporta alla mente la copertina dell’album dei Beatles.
E tutti questi particolari cosa generano? Un gioco in cui i ricordi e gli eventi si legano tra loro, in cui scenari e persone cambiano repentinamente significato. Saul ricostruisce e ha bisogno di trovare una giustificazione a quanto è accaduto, ma in fondo non sa neanche lui in quale tempo e in quale universo collocarsi.
Ricorda che nella Germania dell’Est si era innamorato di un uomo, così come ricorda che la sua fidanzata lo aveva lasciato all’improvviso. Tra questi due eventi c’è un vuoto che il protagonista proverà a colmare dopo ventotto anni, nel 2016. Ma chi è Saul? Il nome ci suggerisce che le sue origini sono ebraiche, che il suo percorso sarà un po’ come quello dell’apostolo Paolo che ha avuto bisogno di un periodo di cecità per ritrovare la via maestra. Come tutti, più luce si fa nelle zone ombrose della propria coscienza e più ci si risveglia dal sonno dell’inconcludenza.
Il lettore si troverà dunque davanti a un libro non lineare, in cui la voce guida del protagonista sarà sempre aderente al suo caos mentale. Durante questa catarsi, trapeleranno ricordi ingannevoli e verità lapidarie che si scontreranno con la necessità di Saul di trovare una ragion sufficiente.
Ma spesso più che ragioni, l’uomo cerca di giustificare le proprie dimenticanze. Ed è forse questa la necessità di Saul?