Autore: Claudia Piñeiro
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Feltrinelli
Genere: Romanzo
Traduttore: Finassi Parolo M.
Pagine: 256
Prezzo: 15,00
Altos de la Cascada è un complesso residenziale di lusso, costruito ai margini di Buenos Aires. Abitata da famiglie facoltose, questa comunità sembra un paradiso artificiale e rarefatto che permette ai ricchi locali una vita fatta di sicurezza, partite di tennis, cene raffinate, golf e corsi di pittura per ingannare il tempo. Gli uomini si occupano di “affari” mentre le mogli, ignare di come i mariti si procurino tante ricchezze, si dedicano alla crescita dei figli, trovando il tempo di passare pomeriggi in piscina o al centro estetico, tra chiacchiere e shopping. Un ambiente protettivo e dorato la cui apparente perfezione viene messa duramente in crisi dal crollo economico che attanaglia tutta l’Argentina e che metterà in ginocchio anche le famiglie più benestanti.
In questo contesto, la tragedia è dietro l’angolo. Sull’orlo del fallimento, quattro uomini decidono di tentare una mossa estrema, essendo disposti a tutto pur di mantenere il loro stile di vita.
Con Le vedove del giovedì Claudia Piñeiro vince il Premio Clarin nel 2005: è con grande abilità che l’autrice ci trasporta in un mondo dorato e vuoto fatto di coniugi insoddisfatti legati unicamente dal numero di zeri accumulati in banca e da adolescenti inevitabilmente in lotta con i valori (o, meglio, i disvalori) che i genitori si ostinano a difendere. Un ritratto al vetriolo della buona borghesia argentina con i suoi molti vizi e le sue poche virtù: senza fare sconti a nessuno, l’autrice ci racconta di giornate fatte di noia, ipocrisia e conformismo in un’oasi dorata ma fittizia. C’è ben poca felicità in queste vite e, a discapito del benessere ostentato, tanta solitudine:
«A la Cascada è normale non sapere niente dell’altro, chi fosse prima di venire a stare qui, perfino chi sia attualmente, nell’ intimità, una volta chiusa la porta di casa.» (p. 111).
Una storia amara, nera, cupa ma, nel contempo, avvincente: una sensazione di sfacelo pervade tutte le pagine trascinandoci in un’inarrestabile discesa verso il disastro, annunciato fin dalle prime pagine eppure sorprendente, in un finale decisamente ben costruito.
Anche i ricchi piangono.