L’armadio dei vestiti dimenticati – Riikka Pulkkinen

Titolo: L'armadio dei vestiti dimenticati
Autore: Pulkinnen Riikka
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Garzanti
Genere: Romanzo
Traduttore: Delfina Sessa
Pagine: 308
Prezzo: 16.40

” La vita, anche la felicità, quando diventa reale, è sempre più discreta che nei sogni. E, allo stesso tempo, anche più seria”

Elsa, Eleonoora e Anna sono tre donne,  rappresentative di tre generazioni,  legate fra loro indissolubilmente non solo da un vincolo di sangue, ma soprattutto da un segreto.

Complice un armadio ed un gioco di travestimenti fatto per dimenticare, anche solo per un momento, il triste destino cui sta andando incontro Elsa, in un attimo la loro vita cambierà in modo inevitabile  e per sempre.

Elsa, la nonna, è infatti malata di cancro e durante una visita di sua nipote Anna le chiede, allo scopo di distrarsi dall’angosciante pensiero della morte, di giocare – come erano solite fare quando Anna era bambina – al gioco dei travestimenti. Il più comprensibile dei desideri, quello di arginare il dolore, le condurrà ad aprire una porta che forse sarebbe stato meglio lasciare chiusa: quella dell’armadio – chiaramente metafora della memoria – in cui Elsa ha riposto gli abiti dismessi, ossia i suoi ricordi.

Al suo interno, fra i tanti vestiti presenti, Anna ne sceglierà uno in particolare, non riconducibile alla sua infanzia, che la incuriosisce: un abito che “ ha un ampia gonna, un alto nastro in vita e lo scollo a barchetta”.

Quando Elsa la vedrà con quell’indumento indosso si troverà ad affrontare i fantasmi di un passato che credeva perduto.

Ma di chi è quell’abito? Nel momento in cui Anna pone questa domanda alla nonna, un nome irromperà nella sua vita: Eeva.

“Tutto comincia così”.

Chi è questa donna? Che legame ha con la sua vita, ma soprattutto con quella di sua madre, Eleonoora, e dei suoi nonni?

La risposta a queste domande è racchiusa in una storia fatta di bugie, di tradimento, di perdono, ma principalmente d’amore: di un grande amore, di quelli che ti portano a prendere decisioni delle quali non ti riterresti mai capace, come quella di mettere da parte se stessi ed il proprio orgoglio ferito.

Una storia apparentemente banale – quella della scoperta di un tradimento e delle sue conseguenze non solo sui protagonisti, ma anche su chi ne è stato inconsapevole spettatore – che la Pulkkinen riesce a trasformare, grazie ad uno stile narrativo e ad un uso del linguaggio che catturano il lettore coinvolgendolo sempre di più pagina dopo pagina, in qualcosa di più alto.

Attraverso una sapiente alternanza di racconti di vita passata e presente questa giovane autrice, al suo esordio in Italia, tesse le emozioni – descritte con grande sensibilità – dei suoi personaggi attorno al lettore proprio come un ragno farebbe con la sua ragnatela.

Un plauso, oltre che all’autrice che ha dimostrato di avere, insieme ad un indiscusso talento, una notevole capacità introspettiva, lo merita anche chi ha tradotto il libro dal finlandese: Delfina Sessa.

Da tempo non mi capitava di leggere un romanzo reso in un italiano così curato e con una tale ampiezza di vocaboli.

 

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