L’Aria intorno a noi- Tom Malmquist

Titolo: L'Aria intorno a noi
Autore: tom malmquist
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: NNEditore
Genere: Noir, thriller
Traduttore: Katia de Marco
Pagine: 305
Prezzo: 18.00

Svezia 1991.

un uomo viene trovato morto nel parco ricreativo della città di Stoccolma. Non sono chiare le dinamiche del decesso e la poliza non sa che cosa pensare. Forse è un suicidio, forse un omicidio. Forse è un crimine passionale o qualcosa legato alla lsessualità della vittima.

Non sono molte le prove e nella casa della vittima viene trovato un manuale con delle istruzioni su come togliersi la vita senza soffrire, scritto da due autori francesi.

Il caso viene archiviato come suicidio volontario, la polizia non indaga più tanto. Non si capiranno mai le ragioni che hanno spinto Mikael a togliersi la vita e ci sono cose più importanti a cui pensare.

Passano gli anni e si arriva al 2010.

Tom Malmquist è un giovane scrittore in erba con molti fallimenti alle spalle. Era una promessa dell’Hockey e ha lasciato la sua carriera sportiva per dedicarsi alla scrittura. Non ha finito le scuole, non ha un lavoro e la relazione con i suoi parenti è fatta di incomprensioni e di ferite emotive. Nemmno andarsene di casa e convivere con Kristen sembra aiutarlo. La loro relazione, fatta di apparenze e infelicità, si complica nel momento in cui la donna rimane incinta di Tom. Lui non riesce a essere davvero felice per il lieto evento. Ha una sola ossessione: finire il suo libro e iniziare una importante carriera come scrittore. E proprio mentre sta scrivendo il suo lavoro, si imbatte in vecchi articoli che raccontano della tragica morte di Mikael. La curiosità lo spinge a indagare, a cercare verbali e testimonianze. Qualcosa non torna nella mente di Tom che vuole sapere sempre di più.

Anche perchè nella figura del complicato Mikael, il Tom trova una strana affinità.

Inizia così un nuovo viaggio dove le ossessioni e i misteri si intrecciano con lo scopo di far luce su alcuni misteri che sono allo stesso tempo di Mikael e di Tom.

Leggere un romanzo di letteratura scandinava è davvero una esperienza da fare per moltissime ragioni. Lo stile con cui gli autori norreni affrontano certe tematiche è completamente diverso da come lo farebbe uno scrittore italiano o uno spagnolo (per non citare americani o inglesi che hanno approcci ancora differenti). È come se, oltre a trovarsi all’estremo nord del mondo, si trovassero anche all’estremo nord della scrittura stessa. Non riesci a partecipare pienamente alle vicende e perquanto ci provino, la scrittura appare fredda e distaccata come il freddo paesaggio del nord.

Questione di gusti. Probabilmente loro trovano troppo emotivi dei thriller provenineti dal sud europa o troppo esagerati quelli americani. Ci sono anche dei privilegi in questio modo di scrivere: ci si concentra sulla storia lasciando da parte le emozioni e si riesce a capire l’abilità del narratore nel creare un intreccio piuttosto che puntare sull’emiozione sensazionistica. Insomma è una lettura che consente di fare una esperienza sotto molteplici luci.

C’è anche da aggiungere che ogni scrittore norreno deve (purtroppo) fare i conti con il grande (ed estremamente invadente) ciclo di Millenium a cui si finisce per fare un paragone. Tom Malmquist non è Stieg Larsson. Non c’è quel brivido scuro che ammanta le sue pagine che invece appaiono più fredde e terribilemente ossessive. Il protagonista (con cui personalmente ho avuto difficoltà a simpatizzare) è un fragile essere umano che è in costante balia delle proprie ossessioni e fragilità, forse convinto che la risoluzione del misterioso suicidio possa donargli quell’epifania necessaria per mettere assieme i propri pezzi e i propri fallimenti e diventare quella figura matura che si aspettano tutti che lui diventi. La storia di Mikael, una catena straziante di freddezze e complessità che turbano l’animo nel profondo, risulta morbosamente coinvolgente. Viene voglia di leggere questo romanzo? Assolutamente sì. Come Tom era teso nella ricerca della verità così sentivo di voler sapere cosa sarebbe stato dei due personaggi e di tutti coloro che ruotano attorno a loro.

È un libri scorrevole? Purtroppo non sempre. A volte l’autore (e qui mi ricollego con quanto detto all’inizio, la freddezza dello stile e il suo essere eccessivamente distaccato) arranca a fatica, come fosse bloccato nel freddo nero che contraddistingue le notti scandinave e il ritmo si interrompe o si affievolisce per ritornare incalzante qualche pagina dopo.

Complessivamente ho trovato degli spunti interessanti nella lettura di questo romanzo che mi sento di consigliare a un amante del genere thriller psicologico proprio per la sua inclinazione a scavare a fondo nella mente del personaggio e anche del lettore.

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Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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