Data di pubbl.: 2023
Pagine: 208
Prezzo: € 15,00
Pubblicato la prima volta nel 2010 per Macchione, La volta del Bricolla si avvale di questa nuova e bella edizione per TEA Narrativa con la quale l’autrice Patrizia Emilitri è finalista al Premio comasco Scritture di lago 2023.
Ma, per cominciare, cos’è la bricolla? È lei stessa a spiegarlo nella prefazione: un sacco di iuta irrigidita dal cartone con due bretelle per metterlo in spalla e che può portare fino a 35/40 chili. Strumento indispensabile per gli sfrosatori o contrabbandieri.
Siamo sulla sponda del lago Maggiore poco lontana dalla Svizzera, nel paese di Mogliasca. Qui, dopo più di quarant’anni torna l’ormai settantenne Piero Viganó. Fino a pochi giorni prima è vissuto in America a Cleveland, Ohio. Ha avuto una moglie e un figlio morti entrambi: Robert, da soldato nella Prima Guerra del Golfo e Susan per un tumore al pancreas. È un uomo più che benestante dopo aver costruito oltremare la sua fortuna nell’edilizia, mestiere imparato da ragazzo proprio a Mogliasca dal mastro Venanzio. Ora torna a riprendere possesso della casa di famiglia che nel frattempo è riuscito, sebbene a distanza, a far ristrutturare. È qui che vuole trascorrere gli anni che gli restano da vivere. Qui, dove ormai da tempo sono morti i suoi amati genitori e suo fratello Eugenio, dove la moglie di costui Eleonora si è suicidata con suo figlio. Ma il paese di Mogliasca non contiene e conserva per Piero solo queste memorie tristi. Lì c’è di più, molto di più.
Ed è l’incontro con il sindaco Michele Santamaria a scatenare in Piero i ricordi della sua infanzia e adolescenza negli anni della Seconda Guerra mondiale e del fascismo, anni di reclutamento forzato dei giovani abili, della fame, del mercato nero e del contrabbando. Siamo nel 1943 e per sfuggire alla guerra, il fratello maggiore di Piero, Eugenio, scappa in montagna insieme ad altri giovani del paese e il suo darsi alla macchia determina la perdita del lavoro per il padre Antonio, fattore nelle terre della ricca famiglia Fiumi legata al regime. Resta Piero, diciassettenne, piccolo di statura come la madre Lucia, e fragile di salute. E Piero, quando scopre che suo fratello è diventato uno sfrosatore per aiutare la famiglia ormai allo stremo, decide di seguirne le orme persino contro l’iniziale rifiuto del padre e degli altri contrabbandieri che di quel pivello non si fidano. Ma lui non demorde e soprattutto non delude i vecchi sfrosatori: il Battista, mezzo cieco, ma con una profonda conoscenza di boschi e sentieri che si snodano da Mogliasca fino al confine svizzero; il Moro, cupo e silenzioso; il Naso e il Ramina; e per finire il giovane Angiolino il quale, nonostante abbia un braccio più corto è abilissimo a muoversi sui camminamenti impervi e bui. La prima volta di Piero è un incubo, una lotta contro la fatica, la paura, l’oscurità. Vince a man bassa e si scopre bravissimo a cucire le bricolle per trasportare i carichi la qual cosa gli varrà il soprannome e nel contempo la perdita del suo amore adolescente, Cristina. Ma la storia non finisce qui e c’è ancora molto altro per i lettori da scoprire.
La scrittura di Patrizia Emilitri è perfetta, appassionata e puntuale. Su quei sentieri di montagna, in quelle valli, tra radici affioranti e buche improvvise, nella neve e nel ghiaccio, con la paura delle guardie di confine che stringe la gola, il cuore di noi lettori batte insieme a quello di Piero, del Bricolla. Possiamo avvertire la sua fatica, le spalle dolenti, le gambe che faticano e arrancano, il soffio della morte che ci sfiora. Eppure, ogni romanzo é, a suo modo, un romanzo d’amore e un enigma da risolvere e questo non fa eccezione, ma resta ai lettori scoprirlo. Noi possiamo solo consigliarne vivamente la lettura.