Data di pubbl.: 2024
Pagine: 168
Prezzo: € 18,00
Andrea De Carlo ne La geografia del danno racconta la storia vera della sua famiglia.
Un memoir in cui l’autore con una scrittura avvincente ci conduce nelle storie dei suoi antenati, tra emigrazione e viandanze ricostruisce le vicende di una famiglia cosmopolita.
«Detesto la psicologia d’accatto, però una delle ragioni per cui ho cominciato a scrivere questa storia è il desiderio di capire come un danno possa ripercuotersi attraverso le generazioni e come gli interessati non ne siano consapevoli, fino a che non provano a ricostruire cosa sia successo davvero a chi li ha preceduti».
De Carlo si avventura con questo libro in un’indagine personale e grazie al ritrovamento di alcune fotografie, incontri e un lavoro certosino di ricerca mette insieme il suo albero genealogico.
Ci imbattiamo nella nonna Doralice Migliar, l’attrice cilena che aveva folgorato il nonno Carlo con la sua apparizione in uno spettacolo messo in scena a Genova dalla compagnia teatrale di famiglia.
La nonna è il personaggio chiave dell’intero libro, insieme alla sua eccentrica famiglia di origine.
Doralice, una volta sposata, si annoiava in casa e lasciava il padre dello scrittore, ancora troppo piccolo, da solo per andarsene al porto a incontrare i suoi connazionali.
La geografia del danno si legge come un romanzo perché i personaggi realmente esistiti che De Carlo passa in rassegna hanno avuto una vita eccentrica e romanzesca.
De Carlo si mette a nudo, volge lo sguardo ai suoi antenati e li racconta in un libro, guarda indietro per capire da dove arrivino le sue caratteristiche naturali, prova a rintracciare rapporti di causa e effetto.
L’autore nel suo libro si pone una serie infinite di domande mentre mette insieme i pezzi della sua famiglia e ci fa incontrare la stravagante Doralice e i suoi fratelli Medardo, Hidalgo e Adelchi, uomini che vivono sempre sopra le righe
«Quando senti parlare i tuoi antenati tenti a immaginarli come protagonisti di un film muto in bianco e nero: buffi drammatici o patetici ma comunque irrimediabilmente distanti, difficili da capire, impossibili da ascoltare. Oltretutto per quello che ne sapevamo il film della nostra nonna cilena finiva ben presto, poco dopo la sua entrata in scena».
Ne La geografia del danno Andrea De Carlo fa chiarezza nel proprio passato familiare, ricuce i legami che non si sono mai recisi, si pone domande, e dopo aver trovato quattro foto in fondo a un cassetto, scopre che non si riesce mai a sfuggire alle leggi della trasmissione genetica.
Alle fine del libro allo scrittore e all’uomo restano mille domande trascinate via dal tempo e la storia di un segreto di famiglia tutto da leggere e da vivere.