Autore: Leonard Cohen
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Bompiani editore
Genere: Poesia
Traduttore: Luca Manini
Pagine: 298
Prezzo: € 24,00
Leonard Cohen è stato un cantautore straordinario perché è stato prima di tutto un poeta immenso.
«Prima di qualsiasi altra cosa, mio padre era un poeta» scrive Adam Cohen, il figlio, nella prefazione a La fiamma, il volume che esce a distanza di due anni dalla sua morte.
Cohen negli ultimi mesi della sua vita, nonostante il pessimo stato di salute, ha selezionato i testi per quella che sarebbe stata la sua ultima raccolta di poesie.
Poesie, testi di canzoni e pagine poetiche scelte dai suoi quaderni. Il grande cantautore con la vocazione di poeta in “missione per conto di D-0” in queste pagine appare con il fuoco che divampa in cui scrivere e la sua sola ragion d’essere.
Un corpus di altissima qualità in cui il poeta Leonard Cohen si mette in gioco con l’intento di dissipare la propria coscienza nel gioco sporco della vita di tutti i giorni.
Come nella sua esistenza, Cohen nella sua poesia ha bruciato e consumato amore, gioia, dolori e infelicità.
I suoi versi descrivono una realtà immersa in un incubo quotidiano quasi apocalittico degno delle più tetre narrazioni distopiche.
Con una profondità di scrittura, il poeta Leonard Cohen entra nella contemporaneità con l’intenzione di dissentire apertamente dalla morale di massa, di essere una straripante voce fuori dal coro contraria alla resa dell’individuo e a ogni forma di omologazione culturale.
Cohen è un antipoeta che abbraccia l’uomo nella sua totalità muovendosi sempre fra le estremità del discorso esistenziale. La sua scrittura cerca sempre, nell’intuizione e mai nel compromesso, quella disillusione che gli dà la forza di scrivere nel disincanto più assoluto parole in difesa dell’uomo ferito a morte dalle deflagrazioni di un mondo che ha perso l’orientamento.
Fare poesia per il cantautore canadese significa soprattutto costringere la mente massacrata a guardare in faccia la realtà.
In ogni testo Leonard non si stanca di alimentare la fiamma della parola. La sua parole tende sempre al fuoco. La poesia per lui è una fiamma che non si estinguerà mai.
«Ci sono fuochi e fiamme, – scrive Adam Cohen nella prefazione – per creare e distruggere, per scaldare e illuminare, per desiderare e consumarsi, attraverso il suo lavoro. Accendeva le fiamme e diligente tendeva a esse. Studiava e registrava i loro effetti. Era stimolato dalla loro pericolosità».
Quando scriveva, non rinunciava mai a vivere l’emozione di un pensiero in fiamme.
Per Leonard Cohen la poesia ha sempre avuto un rapporto diretto con la realtà e la strada. Alla poesia per essere viva serve la lingua quotidiana e niente altro.
Ogni pagina di questo libro bellissimo è il segno perenne di un’anima in fiamme.
La sua poesia è un fuoco che arriva in presa diretta al cuore dell’uomo, di qualunque essere umano dilaniato, lasciato solo, vilipeso e umiliato dal suo tempo. E in questo buio la fiamma di Leonard non si spegnerà mai.