Autore: J. K. Rowling
Titolo: Il seggio vacante (Titolo originale: “The casual vacancy”)
Editore: Salani Editore
Numero pagine: 553
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo di copertina: 22 €
Barry Fairbrother ha dedicato gran parte della sua vita a difendere i Fields, la parte della cittadina di Pagford che la maggior parte degli abitanti ignora per non dover provare la vergogna di accettarne la presenza nelle loro vite. La lotta tra i consiglieri di Pagford dura da cinquant’anni e, quando Barry muore, si scopre che in realtà è appena cominciata. Così, il seggio vacante lasciato dal consigliere diventa la carica più ambita da molti cittadini: chi per soldi, chi per portare avanti il progetto in onore dell’amico defunto, chi per interesse personale si impegna per guadagnare la posizione. La scintilla iniziale dà vita ad un vero e proprio fuoco che metterà a nudo tutti gli abitanti di Pagford, per non parlare del “Fantasma di Barry Fairbrother” che svelerà i segreti più intimi dei candidati al seggio… Parenti, amici, colleghi, compagni: nella dura lotta per il successo nessuno è risparmiato e tutti dovranno guardarsi le spalle se vogliono andare avanti.
La prima parola che mi viene in mente per descrivere “Il seggio vacante” è “ragnatela”: il plot, infatti, intricato e carico di personaggi sembra quasi inaccessibile al primo confronto con la lettura, il risultato finale è una costruzione geometricamente perfetta dalla quale non si può e non si vuole scappare. Le vite dei personaggi intrappolano il lettore, il gran numero di punti di vista e sfaccettature della storia carica il testo ma non appesantisce la trama, la narrazione non ne risente.
Pagford è un chiaro ritratto di un paese che potrebbe essere quello di appartenenza di ognuno tanto che ho avuto l’impressione che la Rowling si fosse ispirata proprio al mio: il commerciante conosciuto da tutti, la piazza, il consiglio locale, le due fazioni in lotta, la parte bene della città e i cittadini etichettati. Inoltre, la facciata pulita e decorata di Pagford altro non è che una linda superficie sotto la quale si nascondono gli intrighi, i tradimenti, i pensieri più nascosti e le vendette più aspre. Chi è dalla parte del giusto? Chi è il vero vincitore? Chi è la vittima e chi il carnefice? Tutti interrogativi che affiorano durante la lettura e la risposta, se c’è, alla fine non può che essere personale.
Il lettore, infatti, è interpellato direttamente: davanti agli abitanti di Pagford non può non provare emozioni di diverso genere; simpatia e repulsione si mescolano e si alternano andando avanti nella lettura. Ogni personaggio è ben delineato, lo stile della scrittura cambia e si adegua ad esso, questi rapidi cambiamenti rendono la lettura scorrevole e piacevole, da divorare. La Rowling non delude: chi ha amato Harry Potter rimarrà rapito da questo romanzo dolce-amaro e chi non è appassionato di fantasy è doppiamente accontentato. Il genere cambia, la qualità no.
“Cose negate, cose taciute, cose nascoste e dissimulate”.