Autore: Yu Munyol
Titolo: Il poeta
Editore: Bompiani
Traduttore: Maurizio Riotto
Genere: romanzo
Numero di pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: € 17,00
“Non tutti coloro che vivono alla deriva sono necessariamente dei poeti, ma non c’è poeta che non viva alla deriva […] perché un poeta rimane sempre e comunque fuori dai canoni della lingua, quando questa supera la palude della mera utilità per involarsi verso le vette eteree e sublimi della poesia.”
Questo romanzo è la biografia romanzata di Kim Sakkat, pseudonimo di Kim Pyŏngyŏn, un poeta vissuto in Corea nella prima metà dell’Ottocento. Considerato un poeta “diverso” e “maledetto”, Kim è una figura della tradizione popolare.
In realtà, si sa pochissimo di questo poeta e Yu Munyol rintraccia i tratti salienti della sua vita nelle poche fonti disponibili.
Nipote di un governatore del re giustiziato per tradimento, Kim è condannato ad una vita di vagabondaggio ed elemosina, prima con la sua famiglia esiliata e poi come poeta girovago. Nella sua peregrinazione, il poeta subisce diverse metamorfosi che influenzano la sua produzione letteraria. Attraverso le esperienze e la conoscenza di molte persone di ceti diversi, percorre un lungo cammino verso la conoscenza di se stesso.
L’autore, in un certo qual modo, si identifica con il poeta, perché anch’egli ha vissuto nella povertà e nell’emarginazione sociale a causa di suo padre, che durante la guerra di Corea disertò e fuggì nel Nord. Ma ad attrarre Yu Munyol non è solo l’identificazione con Kim e il fascino esercitato dalla sua vita avventurosa, è soprattutto la possibilità di usare questo personaggio per comunicare la sua idea di intellettuale. Per Yu Munyol, l’unica via possibile per coltivare il proprio lato artistico è privilegiare la propria individualità a scapito della società, che soffoca con i propri valori la libertà individuale ed artistica. Ma questo è anche un romanzo di denuncia verso il clientelismo, l’assistenzialismo ed altre forme di corruzione, presenti in qualsiasi forma di governo. Attraverso il protagonista l’autore fa rivivere la condizione dell’emarginato sociale e la sua impossibiltità a riscattarsi.
Leggendo le pagine di questo libro emerge anche il messaggio già affrontato dallo scrittore giapponese Natsume Sōseki in “Guanciale d’erba”, in cui il poeta girovago cerca e trova la sua libertà spirituale nella comunione con la natura e tramite l’incontro con persone che come lui sono alla ricerca di una personale perfezione. Ed è proprio alla fine del romanzo che l’autore regala al poeta la sua perfezione, con un’immagine toccante.
Un libro da leggere e rileggere.