Il più e il meno – Erri de Luca

Titolo: il più e il meno
Autore: erri de luca
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Feltrinelli
Genere: Romanzo
Pagine: 133
Prezzo: 13,00

Il più e il meno sono segni della contabilità, della partita doppia dare/avere. Qui riguardano lo scorrere del tempo. Il Più è già arrivato, era un vento di corsa alle spalle spingendo innanzi, sparecchiando tavole, sfrattando inquilini, stringendo appigli e libri. Il Più è stato giovane e indurito come un callo. Il Meno governa il presente e mantiene quello che dice. Il Meno è sobrio, risoluto perché deve condurre fino in fondo.

Erri De Luca, noto giornalista, poeta e scrittore italiano, esce in libreria con la sua ultima creazione letteraria dal titolo “Il più e il meno” nella quale ci accompagna nell’ ineluttabile scorrere del tempo. Le storie che vengono raccontate in questo breve romanzo sono tratte dalla vita dell’autore, ricordi della sua infanzia vissuta a Napoli e riflessioni tratte dalle sue esperienze. Erri De Luca parla di sé, del suo passato fatto di ore di fatica, di lotte contro i soprusi, dei personaggi che ha incontrato – pescatori, scrittori – dei sapori che lo hanno accompagnato, della politica, dell’arte, le sue passeggiate al mare e in montagna fino a spingersi nelle profondità della sua anima.  Lo fa sempre utilizzando il linguaggio della prosa come se fosse poesia. Un uomo che sa usare bene le parole è un uomo che va in giro armato, quindi fa paura e questo libro lo dimostra.

Se fossero state armi appese alle pareti, sarei diventato un cacciatore, ma erano libri, impilati fino al soffitto. Avevo quelli intorno e addosso. Sono stato bambino e poi ragazzo dentro una stanza di carta”.

La lettura di questo romanzo, specialmente nei primi capitoli, non è semplice e si fa fatica a comprendere la logicità degli avvenimenti. Solo con lo scorrere delle pagine si percepisce un maggiore coinvolgimento e si comprende meglio il senso delle parole dell’autore. Non esiste un filo logico e temporale lineare ma l’opera risulta una vera e propria collana di pensieri e di ricordi uniti insieme dalla potenza della parola e della scrittura.

Ho saputo da me che per scrivere bisogna stare sgomberi, sfrattati, come alloggi in cui arrivano le storie, a carovane zingare in cerca dello spazio di nessuno.”

Avevo saputo quel giorno la notizia certa che la scrittura era campo aperto, via di uscita. Poteva farmi correre dove non c’era un metro per i piedi, mi scaraventava al largo mentre me ne stavo schiacciato sopra un foglio. Sono uno che si è messo a scrivere da quel giorno, per forzare le chiusure intorno.”

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