Il diavolo ai giardini Cavour – Massimo Tallone

Autore: Massimo Tallone

Titolo: Il diavolo ai giardini Cavour

Editore: E/O

Genere: noir

Numero di pagine: 278

Anno di pubblicazione: 2013

Prezzo: euro 18

Torino è considerata in tutto il mondo “magica” in virtù di molti fattori tra cui sculture simboliche collocate in vari punti della città con duplice valenza per la magia bianca o benefica e la magia nera o satanica. Proprio su questo dato Massimo Tallone costruisce un romanzo ricco di misteri e di suspense. Il diavolo ai giardini Cavour è dunque un noir dove il satanismo assume un ruolo importante, tuttavia inserito in un’atmosfera anche connotata in maniera  umoristica, quindi capace di smorzare i toni che potrebbero dare al romanzo caratteristiche specifiche dell’horror anziché inserirlo in un filone piuttosto comico.

In un’agenzia immobiliare di piazza Cavour, a Torino, lavorano il titolare, Guglielmo Ferrando Odetti  – detto il Gufo – e due collaboratori, Anna e il signor Vienna. Un giorno si presenta in agenzia uno strano tizio, il signor Azalea, “con al collo un farfallino rosso papavero e un abito turchese che lo rendeva visibile a cento metri di distanza” (pag.11), ma ancor più strano per la richiesta esternata: “una casa in cui sia stato commesso un omicidio efferato…Efferato e possibilmente multiplo[…]Il sangue è molto importante… Dev’essere stato versato molto sangue, nella casa che cerco”(pag.12). Così, da quel momento, per il Gufo e i suoi aiutanti la routine lavorativa cambia radicalmente. Dapprima la ricerca della casa commissionata li porta in periferia, a Collegno, a visionare gli ex manicomi, ora disabitati e in vendita, dove viene trovato un primo cadavere. Si tratta di “una donna, nuda, distesa su un tavolone […] con le braccia distese all’indietro, oltre la testa, e unite ai polsi da una corda robusta che prosegue fin sotto il tavolo, dove è trattenuta da una specie di rudimentale argano a manovella montato su un cavalletto arrugginito”(pag.30). In seguito le ricerche dell’immobile si spostano sulla collina di Chieri.

Man mano che la storia si sviluppa non mancano altri colpi di scena. Intanto la personalità dei tre protagonisti si va via delineando. Il Gufo, affarista senza scrupoli, disposto a tutto pur di far soldi e  immobiliarista navigato, è  conosciuto per essere riuscito addirittura a procurare ad un’anziana compratrice una casa dotata di ben sei bagni; Anna, la contabile dell’agenzia, è la vera mente della strana combriccola; infine Vienna, un collaboratore senza stipendio, alla ricerca di un lavoro da svolgere senza assiduità a causa della malattia che lo affligge, conosciuta come “la malattia delle ossa di vetro”. Il racconto si svela proprio attraverso le parole di quest’ultimo che cerca di equilibrare il carattere degli altri protagonisti; la malattia di cui soffre si rivela un originale elemento narrativo che permette di dar voce a paure e sentimenti: l’attrazione di Vienna per Anna, ad esempio, è vissuta fino all’ultimo con titubanza perché anche solo uno sfioramento tra i due porterebbe ad eventi nefasti per l’uomo. Di contorno a questi tre protagonisti, senza dimenticare il signor Azalea – artefice di tutto ciò che succede nella storia – una serie di figure anima il romanzo a vario titolo, ma sempre tra il divertito e la suspense: due ingenue commesse, un ostinato investigatore, l’ onnipresente padrona di un cane e altre caricature.

La polizia, nel far luce sull’uccisione della signora, non tralascia indagini anche sull’agenzia del Gufo che ritiene sospetto per le sue mosse provocatorie e quasi irriverenti nei loro confronti. Intanto non mancano inquietanti colpi di scena di vario tipo, oltre ad apparizioni e sparizioni misteriose. Ma il clou della narrazione avviene durante una messa nera, al cospetto di un nugolo di incappucciati, dove si compie una vera e propria orgia. Qui i protagonisti assistono a scene sataniche in cui tutti i partecipanti danno sfogo al meglio della loro libidine repressa, scene piene di orrore, ma in realtà di una gran comicità. Proprio la comicità è la caratteristica di questo libro che fa approdare il lettore ad un lieto fine in cui i tre eroi riescono a svelare la Torino esoterica e a riportarla ad una dimensione di apparente normalità.

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