Il canto dell’allodola- Willa Cather

A Moonstone, una piccola cittadina del Colorado, la famiglia Kronborg è in attesa dell’arrivo del dottor Archie, il giovane medico della città. La signora Kornborg, moglie del ministro metodista della città, sta per partorire il suo settimo figlio, il piccolo Thor. Ma il dottore non era lì solo per la nascita del ultimo arrivato in casa Kronborg ma anche per visitare la piccola Thea, una ragazza di soli undici anni affetta da una grave malattia polmonare. È proprio la piccola Thea, una giovane e indomita ragazza, a essere la protagonista indiscussa di questo romanzo. La guarigione sarà molto lunga ma la ragazza riuscirà a rimettersi in sesto e ad andare a scuola. È proprio dal momento della sua guarigione che Thea scopre la sua passione per la musica grazie anche alle lezioni tenutele da un vecchio insegnate. Il signor Wunsch, un ottimo musicista con un passato da alcolista, vede immediatamente il talento della ragazza e, dopo essere scappato dalla città abbandonando i suoi studenti e dopo che una epidemia di colera ha spazzato la città di Moonstone, Thea riesce a ottenere il permesso del padre per andare a studiare musica a Chicago, grazie anche ai soldi lasciatele in eredità da Ray Kennedy il giovane spasimante di Thea morto prematuramente.

A Chicago Thea canta e suona nel coro della chiesa protestante e stringe amicizia con il signor Harsanyi, un musicista professionista di origine ungherese che proseguirà la formazione della ragazza e la presenterà al famoso insegnante di canto, il signor Bowners.

È proprio a Chicago che Thea si ferma per molto tempo, passando da una casa all’altra e da un insegnante all’altro fino a completare la sua formazione. Divenuta una donna talentuosa, Thea incontra Fred Ottenburg, un giovane con cui intreccia una lunga relazione e che la accompagnerà nei suoi viaggi in Arizona, Città del Messico e, in seguito, per il vecchio continente dove Thea inizierà a esibirsi come cantante lirica. Nel frattempo il vecchio amico di infanzia della giovane Thea, il dottor Archie, rimane vedovo e decide di investire i suoi risparmi in una impresa mineraria di argento che lo rende molto ricco. Il libro terminerà con una visione della città di New York, dove un anziano dottor Archie, accompagnato da Fred, assistono allo spettaccolo della, ormai famosa, Thea.

Il Canto dell’allodala è un libro davvero pachidermico e di non facilissima lettura. Eppure, se si riesce a superare lo scoglio delle numerosissime pagine e a lasciarsi guidare dall’ottima traduzione operata da Fazi editore, ci si ritrova a leggere un testo davvero monumentale. È difficile trovare un romanzo che racconti, con una così grande precisione, quella che doveva essere la vita degli americani (che siamo abituati a pensare come comodi, ricchi e in posti da locandina) durante l’epoca della grande espansione verso l’ovest e delle imprese pionieristiche. Il testo della Cather è una fedele fotografia di quel mondo del passato, uno scorcio di una realtà che è rimasta nascosta ai nostri occhi fino ad oggi e che vale sicuramente la pena di prendere in mano e di leggere.

Vale la pena di leggere questo romanzo perchè è qualcosa di nuovo e di insolito, vale la pena perchè è la riscoperta di una autrice che non sapevamo che esistesse e il cui contributo non può fare altro che arricchire le nostre letture e farle diventare “di assoluta qualità”.

Ma vale anche la pena per la bellezza che ha un romanzo come questo dove, nonostante le asprezze, le ingiustizie e la sorta sicuramente non sempre favorevole, sia possibile affermarsi e realizzare un grande sogno: scoprire il mondo.

Non posso dirvi che questo libro sia sempre scorrevole e che non ci saranno momenti in cui sarete tentati di mollare, ma se resistete, se andate fino in fondo, capirete che le numerose pagine di questo romanzo valgono assolutamente la pena di essere lette.

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Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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