Gianna Nannini riceve il Premio Chiara le Parole della Musica

L’energia del rock ha attraversato con una carica elettrizzante il Premio Chiara2013 nella cerimonia per il conferimento del Premio Parole della Musica organizzato in collaborazione con il Premio Tenco e il supporto di Enel spa: protagonista la rockstar Gianna Nannini a cui è stato conferito nella serata di domenica 17 novembre alle Ville Ponti di Varese in una Sala Napoleonica che registrava il tutto esaurito già da giorni.  La cantautrice è stata premiata per la capacità di “fondere l’arte della parola con quella del gesto e della musica, per il suo costante impegno in difesa dei diritti civili, dell’ambiente e del valore della tolleranza”. La Nannini, intervistata da Vittorio Colombo, Enrico De Angelis e Antonio Silva ha ripercorso in modo autentico e graffiante alcuni momenti della propria carriera, partendo dal rapporto tenace e ambivalente con la sua terra: “Sono contenta di appartenere a Siena, al quartiere di Fonteblanda dove sono nata,  anche se fin da piccola sentivo di non c’entrare niente con la mia famiglia e mi sono allontanata. Dovevo coltivare la mia passione per la musica di nascosto perchè i miei genitori erano totalmente contrari. A Milano pensavo di trovare una città seria, dove ci fosse c’era uno scambio totale nell’ambito musicale”.

Della sua città natale conserva molto: oltre che l’inconfondibile parlata, l’attaccamento alle tradizioni (il Palio), ma anche i suoni: “il rullante dei tamburi degli sbandieratori è rimasto il mio suono di identificazione, l’ho riscoperto lavorando a Fotoromanza”

Un incontro in cui i fans e gli appassionati hanno avuto l’occasione di vedere la cantante in una veste diversa, entrando un po’ di più nella sua officina creativa: curiosare negli attrezzi del mestiere è sempre molto interessante e Gianna Nannini si è svelata in modo inconsueto. Ha parlato infatti dei suoi studi si è laureata in filosofia con una tesi comparativa sul rapporto tra gestualità e canto, mettendo a confronto donne di varia età e provenienza, espressione di varie civiltà e ha raccontato anche in modo appassionante la sua personale maniera di scrivere canzoni:  “I testi mi vengono fuori così a volte, tutti di un fiato, non so come faccio a farli”. Poi però c’è lo studio, l’approfondimento, la rielaborazione: “Io racconto delle emozioni visive: la fotografia è dentro di me mentre scrivo: lavoro su una comunicazione più immediata, istintiva rispetto al testo letterario. Dopo mi piace leggere, ricercare, per capire meglio cosa ho creato. La mia scrittrice di riferimento è senz’altro Elsa Morante. E parla della differenza tra scrittore e autore di  canzoni: il primo vede la storia nel suo svolgersi davanti a sè.” Mi piacciono le biografie, mi piace vivere attraverso il libro le vicende che vi sono raccontate”. 
 Gianna Nannini è anche una conoscitrice di varie culture e viaggia nel mondo  autonomamente senza mediazione per immergersi nella realtà che vuole conoscere, come ha fatto a Baghdad: “Il mondo occidentale ha  spesso distrutto gli altri popoli e spesso si è ignari di ciò che è diverso da noi, si rischia di non conoscere la realtà. Il rispetto delle culture differenti è fondamentale”

Talento dunque, istintività geniale, ma anche tanto impegno, studio, passione per una donna che ha scritto una parte interessante della storia del rock italiano.

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