Génie la matta – Inès Cagnati

Titolo: Génie la matta
Autore: Inès Cagnati
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Adelphi
Genere: Narrativa
Traduttore: Ena Marchi
Pagine: 184
Prezzo: € 18,00

«Un libro dolente che non lascia scampo» ha scritto Geraldine Meyer su Zona di disagio recensendo Génie la matta, il romanzo di Inès Cagnati che solo Adelphi poteva farci conoscere.

Un libro devastante, un viaggio negli abissi della miseria e della cattiveria umana e poi c’è la scrittura tagliente che fa grondare sangue dalle parole.

Siamo davanti a una scrittrice altissima. Grazie ancora una volta alla casa editrice fondata da Roberto Calasso per questo dono prezioso che è letteratura.

La storia di Marie e di sua madre, che nel romanzo è Génie la matta, una donna che proviene da una buona famiglia che è stata ripudiata da tutti dopo aver messo al mondo una figlia bastarda, è un pugno allo stomaco, una sciabolata che non ci lascia indifferenti.

Cagnati, attraverso il racconto di Marie che parla di sua madre, murata in un silenzio tombale perché non capisce le ragioni dell’odio che si è riversato su di lei, colpevole soltanto di aver messo al mondo una vita umana fuori dalle convenzioni.

Génie la matta è uno di quei libri che creano imbarazzo, che feriscono, scandalosamente scavano nelle coscienze per scuoterle, svegliarle dal torpore dell’ambiguità.

L’autrice con una scrittura nitida, essenziale e tagliente attraverso le parole di Marie, che sono un infinito atto d’amore nei confronti di sua madre, racconta il dramme di due vite disperate escluse dalla loro comunità perché si sono macchiate nel “peccato” di una follia che minaccia le ipocrite leggi della natura.

Noi sappiamo che Marie e sua madre non hanno nessuna colpa, colpevole e criminale  è il mondo che le sta intorno che le giudica ed è talmente ottuso e oscurantista da non capire che l’amore, quello vero, non deve mai essere costretto nelle gabbie di nessun perbenismo.

Génie è oggetto dello scherno generale, umiliata e abbandonata da tutti, perché è stata violentata da un muratore e da quello stupro è nato il figlio della colpa, vive nel silenzio e con dignità l’ostracismo della sua comunità, dona a sua figlia Marie tutto il suo amore incondizionato.

Génie viene bollata dalla società come una matta, viene ripudiata e la sua ribellione a questa ingiustizia lei la mette in pratica con un profondo mutismo colmo d’amore.

Ma la donna non è matta, a essere malata è la sua comunità che fa di le il capro espiatorio dei suoi pregiudizi.

«Dall’altro lato il matto è colui che ci rassicura su noi stessi. Ogni essere diverso da noi è matto, perché se siamo quello che siamo c’è una ragione. L’altro è matto perché noi siamo normali, e affinché noi possiamo esserlo.  Ne è il garante». Così Inès Cagnati risponde a Laurence Paton nell’intervista che chiude il libro.

Génie la matta è un libro che spacca il cuore, che devasta la coscienza. In meno di duecento pagine la tragedia di queste due disperate ci scorticherà la pelle e non colmerà mai il vuoto che il passaggio del dolore e della cattiveria lascia nelle nostre esistenze.

Dalla sua lettura si viene fuori sconcertati e scossi. Questo deve fare la vera letteratura.

 

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