Autore: Ernst Haffner
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Fazi editore
Genere: letteratura contemporanea
Traduttore: Madeira Giacci
Pagine: 206
Prezzo: 17 €
Questo romanzo ha rischiato seriamente di scomparire dalla faccia della Terra senza lasciar traccia, ma il fato a volte aiuta gli audaci e Haffner di sicuro lo è stato. Di lui si sa davvero poco, il web stesso conserva poche informazioni su di lui. Io mi sono affidato alle righe di Wikipedia. Le orme di questo scrittore-assistente sociale si perdono nel 1938, quando venne convocato nelle stanze del Ministero della Propaganda, dopodiché il nulla. Forse non è mai uscito vivo da quel colloquio. Il suo unico libro, Fratelli di sangue, originariamente Gioventù sulla strada a Berlino, venne pubblicato nel 1932 ed ebbe un inaspettato successo. Il 10 maggio 1933 i nazisti lo bruciarono. Il manoscritto rimase negli archivi dell’editore Cassirer, ad Amburgo, fino al 1943 ma i bombardamenti degli alleati distrussero anche quest’ultimo reperto. Oggi Fazi lo recupera e lo riporta in vita… e meno male.
Fratelli di sangue è una lucida testimonianza delle disastrose condizioni in cui versava la Repubblica di Weimar prima che il nazismo giungesse al potere. Leggendo questo romanzo si capisce ancor meglio come un regime criminale sia potuto penetrare così tanto nella coscienza collettiva dei tedeschi. Haffner evita però di parlarci della situazione politica e si concentra sulla storia di un gruppo di ragazzi di strada che ogni giorno lotta per sopravvivere. C’è chi è fuggito dal riformatorio, chi si prostituisce nei bagni, chi ruba, chi vuole riscattarsi.
Haffner anticipa il senso critico del Pasolini di Una vita violenta e la grottesca indignazione del Céline di Viaggio al termine della notte. Berlino è rappresentata come una città matrigna che non lascia spazio ai sogni. Il linguaggio utilizzato è crudo, diretto, senza tabù, poco compiacente, privo di sentimentalismi.
I fratelli di sangue sono ragazzi che vivono alla giornata, che combattono l’indifferenza con la costituzione di un sodalizio criminale in cui sono ben impressi i principi di fratellanza, mutuo soccorso e solidarietà. È un nucleo che sorge nel bel mezzo della disgregazione totale. Un mondo a sé sorretto da regole emergenziali che hanno il compito di sopperire all’anarchia creatasi. È il ritorno a uno stato primordiale, governato dai soli istinti primari e che non lascia spazio al futuro. Ma tutto ciò è realmente accaduto. Per questo motivo non siamo solo davanti a un romanzo ma anche in presenza di una testimonianza, di un fatto storico che non merita l’oblio.
Ma Haffner dà anche spazio alla speranza e si affida alle intenzioni di due giovani componenti della banda, Ludwig e Willi, che lasciano il gruppo per inventarsi un lavoro e per vivere onestamente. Non vogliono più essere ladri di portafogli e soprattutto non vogliono rubare gli spiccioli ai proletari e ai poveracci come loro. E forse proprio in questo passaggio troviamo le ragioni che hanno spinto i nazisti a bruciare questo libro. Ludwig e Willi si riconoscono autonomamente appartenenti a una classe. Non sono stati indottrinati ma traggono il bene dalle loro malvagie esperienze. La povertà è la base su cui costruire un riscatto morale e una lotta contro la disuguaglianza. In questo modo la comunanza degli intenti vince sull’animalesco individualismo, la precarietà disegna una nuova fratellanza. Tutte cose che il nazismo non avrebbe mai potuto accettare.
Un romanzo coraggioso per cui Haffner ha pagato con la vita. Diapositiva di un’epoca che ha lasciato il segno, che oggi guardiamo con orrore ma che è sempre in agguato. Documento di inestimabile valore che merita molti approfondimenti.
Tutto questo è Fratelli di sangue. L’unica opera di uno scrittore che ha anticipato i tempi. Leggere per credere.