Data di pubbl.: 2024
Pagine: 237
Prezzo: € 17,00
Giuseppina La Delfa nel 2003, con un gruppo di genitori omosessuali, fonda l’Associazione Famiglie Arcobaleno di cui è presidente fino al 2015.
Grazie alla lotta di questo movimento molti passi in avanti sono stati fatti nel riconoscimento dei diritti civili delle copie omossessuali, ma la strada è ancora lunga.
La Delfa in questi anni ha scritto anche due libri in cui ha raccontato la sua militanza con i successi e gli ostacoli.
A Peccato che non avremo mai figli (Aut Aut edizioni 2018), Tutto quello che c’è voluto. Storia di pance, semi e polvere di stelle (Augh! Edizioni 2019) adesso si aggiunge Famiglie (e se a qualcuno non piace, fa lo stesso…), uscito per i tipi di Golem edizioni.
Una trilogia in cui l’autrice intreccia la propria vicenda personale con quella collettiva della omogenitorialità e con le istanze delle associazioni dei genitori LGBTQI*.
«Non siamo certo famiglie migliori delle altre. – scrive La Delfa – Siamo famiglie e basta. Con i problemi e le preoccupazioni che le contraddistinguono, moltiplicate con l’arrivo dei figli. In questi vent’anni di visibilità sono successe cose assurde. Abbiamo letto e sentito cose dell’altro mondo. Disgusto, sdegno, livore, rabbia, paura, aggressività, rifiuto nel dialogo. Eravamo mostri, irresponsabili, egoisti, compratori di bambini, criminali, fuorilegge, indegni».
La Delfa nel libro racconta questa battaglia per i riconoscimenti di diritti fondamentali in un Paese che ancora oppone molte resistenze a questo necessario e epocale cambiamento.
Giuseppina La Delfa, con il piglio della militante convinta di stare dalla parte giusta, nel libro mette nero su bianco la sua lotta: denuncia e si indigna in difesa di una scelta esistenziale che prima di tutto è una scelta di amore. E l’amore, quello vero, non dovrebbe mai essere discriminato.
«Lo Stato è assassino. – continua l’autrice – Lascia che sbrighiamo le nostre faccende da soli. Lo Stato padrone e padre che regola la vita dei cittadini è incapace ancora oggi di dare una struttura alle famiglie che esistono comunque. Malgrado il divieto dell’eterologa per le coppie di donne e quello assoluto della Gestazione per Altri alle coppie sterili di qualunque natura».
Lo Stato dovrebbe essere laico, come accade nei paesi civili, e non comportarsi in modo confessionale di fronte a questi contesti.
Ma in Italia sull’omogenitorialità lo Stato è confessionale e subisce l’influenza della presenza invadente e contraria della Chiesa e del Vaticano. Siamo uno dei pochi paesi rimasti a non avere uno straccio di tutela per i figli delle coppie dello stesso sesso.
«Siamo famiglie, individui con il buono e il brutto di ognuno, attenti gli uni agli altri, innamorati dei nostri figli e dei nostri compagni, siamo presenti e diamo tutto, amore, denaro, tempo, attenzioni per costruirci intorno sicurezza e calore».
L’omogenitorialità è realtà ed è prima di tutto una scelta d’amore per la quale vale la pena combattere e uno Stato degno di questo nome dovrebbe non avere pregiudizi e proteggere questo straordinario mondo di affetti, che esiste e che nessuno può ignorare.