Era mio padre quel Gesù Bambino – Piero Chiara

Titolo: Era mio padre quel Gesù bambino e altri racconti
Autore: Piero Chiara
Curatore: Federico Roncoroni
Editore: Interlinea
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 12 €
Pagine: 84

E’ uscita da poco una raccolta di racconti di Natale di Piero Chiara, lo scrittore luinese che ha sempre prediletto la forma letteraria del racconto breve. “Era mio padre quel Gesù bambino e altri racconti” è una piccola antologia di racconti natalizi già pubblicati su riviste, quotidiani, ecc, che Federico Roncoroni, erede testamentario di Chiara, ha voluto raggruppare in una pubblicazione a cura di Interlinea edizioni. Il volume è stato presentato il 23 dicembre 2012, durante il brindisi di auguri dell’Associazione Amici di Piero Chiara, al Palace Grand Hotel Varese, che nel 2013 compirà 100 anni, esattamente come Piero Chiara se fosse ancora vivo.

I toni sono i più  vari, ma il filo su cui si corre è quello della memoria: sono infatti tutti racconti di situazioni familiari o ricordi. Leggendoli si riscopre il valore personale che lo scrittore, laico credente,  dava alla festa, la sola a cui abbia dedicato tanto spazio nei suoi scritti, come ricorda Federico Roncoroni nella prefazione.

“Mi pareva che il vero Natale fosse solo quello di Gesù, in fondo ad una grotta, d’invernoo, nel caldo delle braccia materne, avvolto nel fiato dell’asino e del bue, con San Giuseppe di guardia sul l’entrata, in attesa dei pastori, che svegliati da un angelo e vedendo la stella scesa sopra furor tutta, correvano a vedere” (Pag. 12)

Nei primi racconti c’è tutta l’intimità degli affetti  familiari, con una madre che dolcemente risponde alle curiosità del  figlio e un padre amorevole che prepara i doni per il Natale. Si  passa quindi alla  guerra e all’internamento in Ticino per arrivare a “Vigilia”,  confessione  personale in cui la malinconia si nutre del ricordo di amori passionali, indimenticabili e finiti.

Le ultime pagine, invece, ci regalano riflessioni sul significato di questa festa appena passata.

“Col mese di dicembre e il Natale pare sempre che l’anno finisca bene, che tutto il male sia passato e che basti la buona volontà per aver gloria in cielo e pace in terra. Poi tutto torna come prima, riprende il gelo dell’inverno, gli uomini tornano a combattersi e a defraudarsi l ‘un l’altro. Ma la sosta, il ripensamento c’è stato. Il Divino Fanciullo ha rappresentato, anche per una sola notte, l’unica speranza del mondo: <<rorate caeli desuper/et nubes pluant justum>>”. (p. 66)

Da leggere per chi ama le opere di Piero Chiara per ritrovarne le atmosfere e  l’incedere avvincente della prosa.  Per chi non lo conosce è un modo di avvicinarlo intimamente, in punta di piedi, alle soglie delle celebrazioni per il centenario  che lo riguarderanno.

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