Elie Wiesel: il “Faro della Luce” del genociodio ci ha lasciato questo weekend.

Questo weekend ci ha lasciato, ad 87 anni dalla sua casa di Manhattan, un personaggio dalla storia comune a molti della sua generazione, ma dal nome unico ed indimenticabile: Elie Wiesel. E’ stato, insieme a Primo Levi, testimone chiave della Shoah, tragedia di cui nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare, o forse qualcuno ne avrebbe avuto, ma non ha fatto in tempo. Entrato ad Auschwiz a soli sedici anni, ci ha impiegato un decennio dalla sua liberazione per comporre “La Notte”, opera per la quale viene maggiormente ricordato. Nel 1986, in seguito a cantate, produzioni culturali e conferenze a testimonianza dell’enormità del genocidio, gli fu consegnato il premio Nobel per la Pace, accompagnato da varie citazioni del New York Times che lo ha spesso definito “Faro di Luce”, per i milioni di ebrei sofferenti in silenzio a causa dei sensi di colpa, pur se ad anni di distanza. In eredità ci lascia, oltre al suo masterpiece, 57 libri sulla Shoah colmi di coraggio vissuto in prima persona.

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