E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche – Jack Kerouac e William Burroughs

Titolo: E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche
Autore: Jack Kerouac, William Burroughs
Data di pubbl.: 2008
Casa Editrice: Adelphi
Genere: Narrativa
Pagine: 179
Prezzo: 11 €

Da qui è iniziata la storia della Beat Generation. Una vicenda complessa aleggia su questo romanzo, scritto a quattro mani, dai principali mentori della Generazione Perduta che, tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’invasione globale del sogno americano, hanno dato voce a chi stava ai margini, ossia, gli spaesati, i negletti, le persone che vivono al di là della felicità delle epoche.

Completato nel 1945, il manoscritto di Kerouac e Burroughs rimase inedito fino al 2008. Nel corso degli anni, questo romanzo è rimasto un mistero, un po’ come il Sacro Graal. Sia Burroughs che Kerouac ne parlarono in qualche intervista rilasciata negli anni sessanta, poi, il nulla.

Ma perché?

Il romanzo non è altro che la narrazione di un fatto realmente accaduto. Il 13 agosto 1944, Lucien Carr, per difendersi dalle avances dell’amico David Kammerer, lo ammazza e ne getta il corpo nelle acque dello Hudson. Burroughs e Kerouac, amici dei due, vengono arrestati perché non hanno denunciato quanto avvenuto.

Il caso Carr destò scalpore. Per alleggerire la pena, l’avvocato difensore fece leva sul fatto che Kammerer fosse molto più grande di Carr e che quest’ultimo sarebbe stato “corrotto”. Insomma, per l’opinione pubblica, la vicenda assunse i contorni di un caso di pederastia. Nonostante tutto, Carr finì in carcere. Burroughs e Kerouac, considerati complici, uscirono su cauzione. Le accuse contro di loro caddero.

I due scrivono il romanzo. Lo presentano alle case editrici, ma nessuna di queste accetta quello che lo stesso Kerouac considera un’opera “visionaria”. Va detto che la storia qui raccontata non è la fedele ricostruzione di quanto accaduto. Infatti, molti particolari vengono sottaciuti, altri inventati, i nomi sono di fantasia. Ciò che colpisce, però, è come i due abbiano voluto fotografare un frammento di quegli anni di formazione, in cui la Generazione Perduta, scossa ancora dalla guerra, anche se lontana dagli Stati Uniti, e il boom economico che già prendeva piede, stava iniziando a emergere in silenzio; isolata da quel perbenismo che ha dato vita a mostri e miti americani ancora attuali.

Inoltre, qui si parla del ceppo originario della Beat Generation. Se le cose fossero andate diversamente, forse, anche Kammerer e Carr sarebbero stati due importanti esponenti del movimento. Carr fu sicuramente l’ispiratore, colui che incarnò per primo lo spirito di quella “allucinazione persuadente” e di quello “spaesamento annichilente”.

Krammerer era amico di Burroughs; Carr iniziò Ginsberg alla poesia di Rimbaud; Carr e Krammerer, influenzandosi l’uno con l’altro, vissero i tormenti amorosi di Rimbaud e Verlaine… una storia d’amore violenta di cui Carr si liberò con un omicidio, ma che per l’opinione pubblica fu solo un “delitto d’onore”.

Così nasce la Beat Generation? Non solo, logicamente c’è un percorso che i protagonisti hanno compiuto e che è ormai noto. Certamente, questa è stata la scintilla che ha dato avvio all’incendio. Carr uscì dal carcere dopo due anni. Muore nel 2005 e solo dopo si decise di pubblicare questo romanzo. Per tutta la vita, infatti, Carr ha cercato di far dimenticare quel drammatico avvenimento del 13 agosto 1944.

L’arte però usa strade inusuali per manifestarsi agli occhi dell’umanità.

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Martino Ciano

Classe 1982, vive a Tortora, comune della provincia di Cosenza. Promesso ragioniere, lascia la partita doppia per la letteratura, la poesia, la musica e il giornalismo. Si laurea in Scienze Storiche all’Università La Sapienza di Roma. Attualmente è corrispondente per l’emettente televisiva Rete 3 Digiesse. Nel 2011, l’incontro con Gli amanti dei libri, per cui cura la rubrica Amabili letture. Collabora anche con le riviste letterarie Euterpe, Satisfiction e Zona di Disagio di Nicola Vacca. Ama scrivere racconti, alcuni dei quali sono stati pubblicati su siti e riviste on-line. Tra questi, La logica del difetto è nel catalogo dalla Bla - Bookmark Literary Agency di Paolo Melissi. La sua pagina personale facebook è Dispersioni 82. AMABILI LETTURE: I libri che mi piacciono, i classici che mi hanno formato, il profumo delle parole che mi hanno riempito l’anima. Sono un lettore anarchico, che si sposta da un genere all’altro con il solo obiettivo di saziare le mie curiosità. Voglio condividere con voi le mie impressioni sulle opere che mi hanno reso un divoratore di parole. In questo spazio verrà data voce agli esordienti, agli autori dimenticati, ai poeti, ai sognatori, agli irregolari. La letteratura è arte e scrivere d’arte è il mestiere più bello del mondo.

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