Autore: Benni Stefano
Casa Editrice: Feltrinelli editore
Genere: Raccolta di racconti
Pagine: 247
Prezzo: 17.00 €
«La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono solo piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L’abisso non ha comodi gradini».
E quello che Stefano Benni ci da con questa serie di racconti sono turbamenti enormi, seppur sottili. Si passa dal Wenge, un animale rarissimo che semina rabbia e morte, a due ragazzine disposte a tutto, veramente tutto, per andare a vedere i loro beniamini, passando per mummie egizie vendicative e alberi secolari.
Quello che ci consegna Benni è una raccolta di mostri antichi e moderni, come la paura di svegliarsi e venire, di colpo, dimenticati da tutti. E lo fa con la sua solita ironia, marchio di fabbrica di tutti i suoi lavori, ma anche con un’angoscia sottile, che cresce riga dopo riga, facendoci desiderare di arrivare alla fine della storia per scoprire cosa sta succedendo, ma anche di abbandonare tutto per liberarsi da questo peso sullo stomaco.
Con pochi racconti Stefano Benni riesce a regalarci un viaggio fino nelle profondità del Male per farci capire che i mostri non sono solo creature mitologiche o bestiali, ma paure semplici, primordiali, che possono impossessarci di noi fino a sconvolgere tutto. Tutto questo senza mai eccedere nel thriller puro, senza risultare così pesante da tenerci svegli la notte. Un ottimo libro in pieno stile Stefano Benni.
«Così vedo come in una scheggia di vetro il mio giardino, e le rose, e l’abete. Ma sono lontanissimi, e io sono appena all’inizio del viale. Dietro di me, un rumore indistinto di traffico. Potrei fermarmi, o tornare indietro, o chiedere aiuto. Ma sarebbe inutile. Perchè ora so che questo è ciò che mi aspettava. Camminerò per ore […]. La nebbia non si alzerà mai».