Cara prof ti denuncio! Una storia di scuola – Giuseppina Boranga

Titolo: Cara prof ti denuncio! Una storia di scuola
Autore: Boranga Giuseppina
Casa Editrice: Kellermann editore
Genere: Narrativa
Pagine: 173
Prezzo: 13.00 €

Fin dal titolo questo libro sembra essere un romanzo provocatorio e dirompente, invece, leggendo questa storia, il lettore comprenderà le difficoltà che gli insegnanti si trovano a dover affrontare ogni giorno nel loro lavoro.

L’autrice dichiara fin dall’inizio che i fatti narrati sono realmente accaduti.

Ci troviamo in una scuola media del Nord Italia dove un ragazzino ha compiuto un atto osceno (si è abbassato le mutande) davanti ad una compagna. L’insegnante è stata decisa nel condannare il fatto davanti a tutta la classe e a riprendere l’alunno per il gesto inconsulto. Immediatamente la notizia ha fatto il giro della scuola e quando i genitori dell’alunno sono venuti a conoscenza del fatto hanno telefonato all’insegnante prima per negare l’accaduto e poi per minacciarla: “No, signor Stecon, io non accuso suo figlio e non l’ho visto fare quel gesto. È Alba ad accusarlo!”“Quela fia de na…!” (Quella figlia di una….!) “Per favore, signor Stecon, non ricorra a queste espressioni, perché suo figlio l’ha ammesso!” “Me fiol lo à ames perché la ghe a fat paura al me pìciol!” (Mio figlio l’ha ammesso perché lei ha fatto paura al mio bambino!) “Pìciol? – penso fra me- ma se raggiunge già il metro e settanta con corporatura massiccia e villosa!” L’altro continua in un’escalation di ululati: “…ela la è na gran merda, meio, na bugazza! (Lei è una grande merda, meglio una merda di vacca!). Mantengo il mio distacco professionale e tossisco facendo finta di non aver sentito. “Siamo entrambi educatori, signor Stecon, cerchiamo di pensare a Remo e alla sua crescita!” “No romper le bale! E se te parla con calchedun, mi te denunce!” (Non rompere le palle. E se parli con qualcuno, io ti denuncio!) continua lui con maggior padronanza lessicale (pag.73).

L’insegnante ha deciso così di rivolgersi al consiglio di classe e alla presidenza che però, anziché esserle solidale, ha difeso la famiglia sostenendo che lei non avrebbe dovuto immischiarsi nella situazione e additandola come “cerca grane”, così è stata denunciata per abuso di metodi correttivi. Per fortuna, grazie alla testimonianza della studentessa coinvolta nell’incidente, ad una parte degli insegnanti concordi con la docente in questione e l’aiuto di psicologi e specialisti, il fatto si è concluso nel migliore dei modi. Infatti il giudice dichiarerà che….” l’imputata è assolta perché il fatto non sussiste!”( pag.169).

Tuttavia il lettore sarà meravigliato non tanto per la vicenda che, purtroppo, ormai è spesso cronaca, quanto per il sentimento di solitudine e spaesamento che la storia ci racconta e quelle emozioni che  un insegnante prova, spesso, anche quando dietro di sé ha molti anni di carriera.

Il romanzo ha la capacità di non essere eccessivamente pessimista e di non condannare tutto l’universo scolastico, piuttosto di schierarsi contro il mondo adulto e di ricordare con forza, rigore e passione che “La scuola, come ogni altro ambiente lavorativo o ambito sociale, in primis la famiglia, è fatta di singole persone, di individui, i quali dovrebbero agire con buon senso, competenza, serietà, con coraggio e determinazione, ma soprattutto con onestà. Se questo sarà lo specchio posto dinanzi ai nostri figli, essi non potranno che comportarsi di conseguenza” (pag.7).

 

Acquista subito

Ti potrebbero interessare...

Login

Lost your password?

Per continuare a navigare su questo sito, accetta l'informativa sui cookies maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi