Cani in chiesa – Ivano Ciminari

Titolo: Cani in chiesa
Autore: Ivano Ciminari
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: L'Argolibro editore
Genere: Narrativa
Pagine: 81
Prezzo: €12

Cani in chiesa è un romanzo, anzi un contro-romanzo breve, che dissacra le forme infinite della scrittura. Il suo autore è Ivano Ciminari, scrittore salernitano che ha all’attivo diversi libri, uno romanziere ironico, tagliente e soprattutto fuori dai giochi, anticonformista della penna. Insomma, un autentico cane in chiesa della letteratura.

Quello che più conta in questo libro non è la storia ma i   modi con cui lo scrittore la inventa.

Cani in chiesa mi ricorda i primi libri di Stefano Benni, nella scrittura di Ivano ci ho trovato la stessa intelligente e originale dialettica ironica dell’autore de Il bar sotto il mare. Ma a parte questo quando l’autore ci conduce nelle vite di Nicola e Valeria, i due personaggi che sono i cani in chiesa di questa storia, per fortuna intinge la sua penna libera in un modo di fare narrativa che non ha nulla a che fare con i canoni e le mode.

Siamo davanti a un modo di scrivere anticonvenzionale, dove Ivano Ciminari è capace con leggerezza (quella Calviniana si intende) di fare metaletteratura e di proporci una storia attraverso due personaggi che a loro modo vivono costretti in una situazione di disagio che è quella del loro tempo.

Nicola e Valeria, due mondi paralleli che forse si incontreranno, sono due esseri fuori luogo, fuori posto, nessuno dei due è organico alla routine e all’ipocrisia del mondo delle cosiddette persone perbene.

In un certo senso due disadattati che provengono da condizioni e classi sociali diverse ma che hanno in comune la loro disarmonia con il loro tempo de le convenzioni.

Ciminari racconta tutto questo con una scrittura essenziale, priva di orpelli, che coinvolge perché lo scrittore fa parte egli stesso delle vicende del romanzo che sta scrivendo e mente lo scrive ha siglato un patto con i suoi lettori che non ha nessuna intenzione di tradire.

«Non troverete eroi – scrive Francesco Sicilia nella prefazione –  né vicende “vertiginosamente inverosimili” che fanno decollare la fantasia Troverete, invece, molto ben descritto, il senso dell’inatteso che si affaccia nelle nostre vite, infastidendo il tran tran quotidiano che tutti condanniamo, ma al quale quasi nessuno vuole rinunciare».

Inatteso e non aperto è il finale di questo romanzo che non finale ma che nel suo finale fa saltare il banco con una scrittura sovversiva che chiama direttamente in causa, con tutta l’ironia dissacrante di cui l’autore è capace, tutte quelle categorie di lettori abituate a bastare a se stese quando sono immerse nelle pagine di un libro.

Il lettore hard, il lettore disincantato, il lettore saccente ,il lettore pessimista, il lettore seriale, il lettore colto. Nel suo finale inatteso, Ciminari li chiama A raccolta e facendo contro letteratura li invita a gettare la maschera. Pagine davvero divertenti che fanno incazzare molti lettori.

Il finale inatteso è in cerca d’autore e Ivano Ciminari lascia in coda al libro alcune pagine bianche proprio per i lettori che vorranno cimentarsi e trovare insieme a lui una quadra a questa storia che parla di un ragazzo e una ragazza che si sentono fuori luogo, due cani in chiesa bastonati, in un mondo che non appartiene più all’umano.

Al lettore immaginario, quello che sa guardarsi dentro,  Ciminari dedica il suo contro-romanzo. Qui nasce la letteratura che ci piace.

(http://largolibro.blogspot.com/2020/03/ivano-ciminari-cani-in-chiesa.html)

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