Caduta libera – Nicolai Lilin

Titolo: Caduta Libera
Autore: Lilin Nicolai
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Reportage, Romanzo
Pagine: 326
Prezzo: 21
INTERVISTA ALL'AUTORE

In un tempo in cui “tutti tentavano di strappare la barba di Dio e misurarla su di sé”la Patria chiama i suoi figli a prestare servizio militare. Una mattina di primavera ti arriva una lettera in cui ti si ordina di presentarti all’Ufficio Militare e così senza pensarci troppo ci vai, a sentire cosa cacchio vogliono dalla tua vita.

Nicolai Lilin, neodiciottenne è chiamato alle armi e a seguito di un’accesa discussione con un superiore, viene destinato al famoso quanto famigerato reparto dei sabotatori. I sabotatori? Cristo Santo, ma che gli hai fatto? Cos’hai combinato per meritarti questo? La narrazione prosegue veloce, saltando da un ricordo ad un altro, con un linguaggio crudo quanto reale ci viene presentata la campagna cecena, una guerra sanguinosa costata la vita di molti soldati e troppi civili; una guerra in cui gli eserciti si scontrano e gli interessi economici si intrecciano. Davanti ai nostri occhi scorrono veloci le immagini di assalti, azioni, strategie, boschi, case, armi, tutto ciò che è elemento visivo diventa reale proprio perché la vicenda è raccontata da un ex cecchino che misura il mondo attraverso il cannocchiale del suo kalašnikov.

Tutto sembra vicino anche se distorto,poi d’improvviso lo sguardo si allarga, non è più solo la guerra cecena, sono tutte le guerre, tutti gli eserciti, tutti i soldati che provano piacere nell’uccidere altri uomini, perché il nemico non è più umano, diventa un manichino, un oggetto, perché solo così si può trovare la forza di premere il grilletto. Non si combatte per una patria o un ideale, si combatte per salvarsi la pelle, salvare i compagni contro tutto il mondo di fuori. E poi, dopo gli scontri, non si può più tornare indietro, non si possono dimenticare i compagni che ormai sono diventati amici e fratelli e così dopo un periodo di stasi in un limbo fatto di alcool e tv, il protagonista decide che è ora di tornare alla vita; parte perla Siberia, per andare a caccia con il nonno Nicolaj e per ritrovare i valori della sua ‘educazione siberiana’.

Era come un risveglio, quel momento di approccio con la realtà che ti fa venire voglia di alzarti dal letto, di passare la tua giornata, di vivere; come buttarsi dall’aereo in volo e godersi la caduta libera, prima di aprire il paracadute.

Lilin racconta tutta la vicenda con lucidità, senza veli, senza trucchi, lasciandoti addosso un senso di schifo, di orrore, di paura tutto avvolto da un pizzico di adrenalina che tiene il lettore col fiato sospeso fino alla fine e che lo fa correre da una pagina all’altra senza sosta….Poi distogli la mente dal libro, ti guardi intorno e ti dici che le guerre sono solo sui libri di storia, perché in fondo questo è un romanzo…. E’ in realtà il secondo volume pubblicato dall’autore, il primo era Educazione siberiana, ottima prova di scrittura di Lilin, madre lingua russa, che decide però di scrivere in italiano, la lingua del suo paese d’adozione.


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