Simona Cocola, giornalista pubblicista e scrittrice torinese – già autrice di un racconto breve in forma di e-book – ha pubblicato il suo primo romanzo Particelle di profumo alla lavanda con la casa editrice Sillabe di Sale. Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere per farci raccontare tutto della sua storia che regala al lettore un crescendo di emozioni. Simona Cocola è un’autrice che sa raccontare con slancio e sincerità la forza dei sentimenti: ecco perché quest’opera può sicuramente entusiasmare rimanendo nel cuore.
In che misura il libro può considerarsi autobiografico e perchè?
Il romanzo è in parte biografico, in quanto la nonna di cui si parla è realmente esistita, ma non ha certo vissuto ciò di cui narro. Diciamo che la descrizione fisica, il carattere e il nome le appartenevano, mentre il resto della vicenda trattata è frutto della mia immaginazione. Il legame molto stretto, che mi ha unito a lei, mi ha dato l’idea della storia da raccontare, oltre ad aiutarmi nella descrizione di alcuni sentimenti che la protagonista, Susan, nutre per questa nonna.
Questa storia è ambientata in parte negli anni della guerra e in parte adesso. Secondo lei può ancora essere attuale?
L’attualità della storia, a parer mio, risiede soprattutto nelle emozioni e nelle relazioni che si creano tra le persone. In questo libro il passato e il presente si rincorrono, si perdono e si ritrovano; l’amore, la fiducia e l’amicizia si legano e si slegano tra loro; la memoria guida la trama, proprio come spesso accade nella vita.
Quale dei protagonisti ha tratteggiato per prima?
Sicuramente avevo bene in mente la nonna, dal momento che era mio desiderio raccontare di lei in qualche modo. D’altro canto Susan doveva essere un personaggio curioso, intuitivo, un po’ visionario, e, in particolare, determinato. Non volevo cadere nella trappola dello “specchio”: ambivo a prendere le distanze dalla protagonista, per non ritrovarmi a scrivere un diario personale, cosa che potrebbe accadere a un esordiente.
A quale scena è più legata?
Ce ne sono molte a cui sono legata: la scoperta delle lettere, la scena finale, l’incontro tra Susan e Alfredo. Tutti i momenti d’introspezione di Susan e degli altri personaggi, però, mi hanno coinvolto profondamente.
Le Langhe, la Germania e la Provenza: i luoghi del romanzo. I luoghi della sua vita quali sono? C’è un posto ideale dove vorrebbe vivere per sempre?
I luoghi della mia vita certi sono il paese delle Langhe in cui è nata e vissuta mia nonna (di cui ricordo la casa), e un posto in cui vorrei vivere che è l’isola d’Elba. Inoltre, esiste un continente nel mio cuore che mi attira a sé come se la mia anima antica lo conoscesse da sempre o avesse vissuto lì ed è l’Africa.
A scrittura ultimata a chi ha fatto leggere per prima il romanzo?
I primi ad aver letto il romanzo sono stati i miei genitori, increduli ma partecipi e felici nel vedermi entusiasta di essere riuscita a pubblicarlo. È stato possibile realizzare tutto ciò anche grazie all’editore Piero Partiti, il quale ha creduto in me e nella storia che ho raccontato.
Lei è una giovane scrittrice. Questa è la sua prima opera edita in forma cartacea. Quale libro non deve mancare sulla scrivania di chi intende iniziare la professione? Quali consigli si sente di dare ad un esordiente?
Io non mi sento in grado di dire a qualcuno cosa leggere, ma credo siano fondamentali i classici della letteratura, perché ritengo che, a volte, manchi poesia nelle parole e nelle frasi che danno vita alle storie. Pensare per immagini, evocandole, aumenta quel pathos che nei classici fa entrare il lettore dentro le scene per viverle. Inviterei a “prendere” qualcosa da scrittori differenti tra loro, addentrandosi anche tra le pagine di libri che poco interessano, o che non si sarebbe mai pensato di sfogliare, dando una “sbirciatina” qua e là. Agli esordienti consiglierei di essere attenti osservatori, di stare sempre in ascolto, di approfondire e arricchire la conoscenza della lingua usata per scrivere e di non fermarsi alla prima parola che viene in mente, ma consultare il dizionario in modo entusiasmante, per modellare la parola al fine di renderla quasi tangibile al lettore e per scoprire nuovi termini.
Chi le piacerebbe leggesse il suo romanzo e perché.
Premettendo che ho amato molto la storia che ho scritto, sarei felice e grata se la stessa arrivasse a quante più persone possibili, diverse per genere, età, gusti letterari…
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