Pino Cacucci, Alessandria 1955.Fra le sue opere più importanti ricordiamo Puerto Escondido da cui Gabriele Salvatores ha tratto il film omonimo e San Isidro Futból (Granata Press 1991, Feltrinelli 1996) da cui Alessandro Cappelletti ha tratto il film Viva San Isidro con Diego Abatantuono.Tra gli ultimi lavori ricordiamo ¡Viva la vida! (2010), nonché la sua attività di traduttore. Nessuno può portarti un fiore, Feltrinelli L’immaginazione e la memoria storica di Pino Cacucci sono affollate di ribelli. Non sono necessariamente eroi a tutto tondo. Non hanno necessariamente il rigore ideologico di una dottrina o il vigore di una fede politica. Non sono necessariamente entrati nella fama che si trasforma in leggenda. Hanno però una caratteristica comune: incarnano in un gesto o in una vita intera l’insofferenza profonda per il conformismo e l’ingiustizia. Quelli di Cacucci sono spesso ribelli contro la loro stessa volontà e corrono incontro al destino con innamorata leggerezza. Come in un’antica canzone di rivolta, Antonieta, Clément, Edera, Horst, Lulù, Sante, Sylvia, ci vengono incontro uno dopo l’altro, vivissimi, per chiedere la giustizia della memoria.
Come ha scelto i 7 personaggi di cui avrebbe narrato le vicende nel libro?
Nei dieci anni trascorsi dall’aver pubblicato “Ribelli!” ho messo insieme queste storie, alcune me le portavo dentro da tanto tempo, altre… hanno scelto me, nel senso che qualcuno, dopo aver letto quel libro, mi ha scritto chiedendomi hai mai sentito parlare di… dovresti raccontare la sua storia”; è stato così per Edera e per Louis Chabas, per esempio. Riguardo invece Antonieta Rivas Mercado, che apre la raccolta e le dà il titolo, fa parte di quella schiera di donne inestimabili che hanno fatto la cultura del Messico tra gli anni venti e trenta, donne appassionate e appassionanti, e ce ne sono ancora tante altre delle quali, prima o poi, narrerò le vicende straordinarie.
Come definire i suoi personaggi: eroi o antieroi?
Eroi della dignità difesa a ogni costo, anche a prezzo della vita, e antieroi rispetto all’epoca in cui sono vissuti, del resto estranei all’eroismo secondo certi canoni di trito patriottismo di comodo: si sono ribellati per necessità, senza pensare minimamente all’eroismo. Comunque, tutti sono accomunati dalla sensibilità a fior di pelle, che li ha spinti a non chinare mai la testa, a non restare indifferenti.
I racconti sembrano messi in ordine di lunghezza; c’è un legame tra la lunghezza, l’ordine in cui appaiono nel volume e l’importanza del protagonista? E’ un climax?
La lunghezza è casuale, per l’ordine, volevo solo mettere prima le tre storie di donne, Antonieta, Sylvia e Edera, poi Lulù perché seguiva, come partigiano, la scelta di Edera, quindi Horst e Sante Pollastro perché accomunati dal “rapinare banche” individuate come il nemico assoluto, e infine Duval, la cui storia, in effetti, sapevo fin dall’inizio che sarebbe risultata più lunga delle altre.
Se dovesse restituire dignità ad un personaggio contemporaneo, di chi narrerebbe? A chi porterebbe un fiore?
Porterei un fiore a Vittorio Arrigoni, (Besana in Brinza 1975 – Gaza 15 aprile 2011, reporter, scrittore e attivista, ndr) le sue ultime parole sono un insegnamento universale e senza tempo né frontiere: “Restiamo umani”.
Vuole dirci due parole sulla sua partecipazione al Premio Chiara 2012?
Grazie al Premio Chiara, ho trascorso tre giorni tra Varese, Milano, Gallarate e Lugano, davvero interessanti, godibili, divertenti e appaganti: la compagnia di Sandro Veronesi e Niccolò Ammaniti è stata piacevole per mille motivi, tra cui la simpatia e il calore umano di entrambi. E lo stesso vale per gli organizzatori, a cominciare da Bambi Lazzati, che hanno dato a tutti e tre il massimo dell’accoglienza e disponibilità, mentre gli incontri con i lettori ci hanno arricchito di spunti e riflessioni, il contatto diretto con chi ti legge è sempre arricchente, e questo è stato sicuramente l’aspetto più proficuo. Poi… non mi aspettavo davvero di vincere, ero già soddisfatto per esserci stato come finalista, e credo si sia visto il mio imbranato stupore al momento della premiazione.
Un saluto per i nostri lettori?
Un abbraccio grande quanto tutte le pagine dei libri che amiamo, quanto gli universi che i libri ci rivelano, quanto l’oceano di parole che contengono… E ricordando che chi legge libri non è mai solo, anzi, è sempre in buona compagnia, e non sa cosa siano le “perdite di tempo”.
Elena Solari, Serena Langini, Pino Cacucci, Martina Grotto