Dopo aver presentato il suo libro con noi de Gli Amanti dei Libri, Noemi Cuffia, bookblogger di fama grazie al suo blog Tazzina-di-caffè, torna su queste pagine virtuali con un’intervista. È passato un po’ di tempo dall’uscita del suo Il metodo della bomba atomica (LiberAria, 2013), e la bookblogger torinese ci confessa qualcosina.
Noemi, quanto successo sta avendo il tuo libro? Spesso accade che dopo l’uscita del primo romanzo l’autore subisca un cambiamento, con te come è andata?
Sono ormai trascorsi alcuni mesi, per il mondo editoriale sono tanti! Credo stia intraprendendo un buon percorso, è un romanzo d’esordio e, in quanto tale, ha un destino imprevedibile. C’è una certa apprensione, mista a gioia e soddisfazione, come una mamma che osserva il proprio bambino muovere i primi passi. Ho ricevuto molti riscontri positivi ed è bello ascoltare i commenti dei lettori al termine delle presentazioni, è un’esperienza di cui sono grata. È vero, sono un po’ cambiata, mi sento più tranquilla. Un po’ come salire le scale e mettere il piede sul primo gradino, la paura è passata.
La pubblicazione di questo libro ha influenzato il tuo modo di recensirli?
No, ho sempre ragionato da scrittrice ancor prima di diventarlo. I post sul mio blog continuano a essere personalissimi, quasi intimi, mediati dal mio gusto. Già prima di scrivere il romanzo conoscevo la fatica e il piacere della scrittura, le mie recensioni non prescindono mai dalla consapevolezza del lavoro e dell’impegno degli altri.
In cantiere ci sono altri progetti letterari?
Ho un progetto al quale penso da circa un anno: una storia che racconti la vita di un comico. Il tema della comicità, ma soprattutto di chi la trasforma in mestiere, mi tocca da vicino. Sono cresciuta ascoltando Elio e le storie tese e guardando programmi comici alla TV; ho riso molto da ragazzina leggendo Jerome K. Jerome, Campanile e poi Flaiano e Rabelais. Quando sono triste cerco video di Chaplin su YouTube, ha il potere di farmi cambiare umore in pochi istanti. Ho letto anche alcune biografie di comici del passato, li sto studiando con attenzione, voglio carpire il loro segreto.
Ma parliamo dei bookblogger, sai descrivere una tua giornata tipo?
Bella domanda! In realtà non esiste una giornata tipo. Gran parte della giornata è dedicata alla ricerca costante del lavoro e lo svolgimento di attività contingenti che, nel caso di una freelance come me, può cambiare anche di giorno in giorno. Spesso incontro editori e librai per parlare di progetti che, per fortuna, qualche volta vanno a buon fine. Il resto del tempo lo impiego leggendo e scrivendo, è il momento più fragile e delicato, all’interno del quale nascono le idee. E poi ogni tanto mangio con gli amici e naturalmente bevo caffè!.
E nel frattempo, naturalmente, posti sul tuo blog.
Sì, nello specifico, il mio Tazzina-di-caffè vuole essere un luogo “ai confini con la realtà”, un laboratorio creativo, una wunderkammer dove portare le mie esperienze di lettura e scrittura cui molto spesso si intersecano anche passaggi di vita e riflessioni più ampie. Secondo me, poi, lo spazio-blog deve rimanere intonso, privo di pubblicità, ma per utilizzarlo come strumento per farsi conoscere è bene affiancare altre attività lavorative che esulino dal blog. Bisogna poi ricordare, per chi vuole seguire questo percorso, che conta di più un blog ben curato di un cv spedito a vuoto.
Qual è il peso che hanno i bookblog nel panorama editoriale italiano?
Non l’ho ancora capito, ma sto facendo del mio meglio! È molto importante che la loro realtà sia riconosciuta. Il ruolo loro conferito dagli editori è grosso modo quello di lettori “speciali”. Ma sarebbe bello che questo dialogo si strutturasse sempre di più, a mio avviso, in uno scambio proficuo e binario di idee, anche perché sovente i blogger sono iperspecializzati e molto competenti. La gran parte dei blog letterari esistenti oggi in Italia è composta da redazioni che offrono alla rete un lavoro di squadra, quindi un servizio complesso. Il peso specifico dei blog però resta un mistero, la questione è allo studio di esperti del settore. Una cosa per me è sicura: i blog letterari hanno regalato nuova linfa all’editoria e nuovi spunti e idee fresche su cui ragionare.