A tu per tu con… Corrado Augias

corradoCorrado Augias è uno dei nomi più importanti della cultura italiana. In questi anni si è dedicato a tante tematiche, sia in tv, sia sui giornali, sia nei suoi libri. L’ultimo argomento che ha trattato è la figura importante e rivoluzionaria dell’uomo che sta cambiando la Chiesa, papa Francesco. Abbiamo incontrato l’autore e gli abbiamo rivolto qualche domanda.

L’influenza del potere religioso nella nostra repubblica è sempre stato forte, anche in questi anni. Cosa ha l’Italia che la lega alla Chiesa rispetto ad altri paesi?

Intanto un rapporto territoriale, qualcosa di pratico. Se ci pensiamo, nell’ ’800 c’era ancora lo stato pontificio che governava fisicamente una parte d’italia. La Chiesa poi, unendo due entità, una spirituale e l’altra politica, aveva una influenza importante e ancora oggi si percepisce un certo legame con la popolazione cattolica, che è la maggioranza. Stando ai sondaggi, però, oggi la presa sugli italiani cattolici è venuta meno: vogliono decidere liberamente su certe materie come la bio-etica e i seminari sono vuoti. C’è una carenza di personale ecclesiastico enorme, e spesso i sacerdoti che operano in tante realtà locali vengono da altre realtà, come l’Africa, per esempio.

Come vede nel futuro il rapporto tra italiani e Chiesa, anche per quanto riguarda i giovani?

Non lo so, perchè ci troviamo al primo anno di pontificato di un Papa fortemente innovativo, che potrebbe anche modificare i dati ora in nostro possesso.

In che senso innovativo?

Innovativo nell’approccio e nel linguaggio, un linguaggio diretto, spoglio di tutti i gergalismi secenteschi di cui si è ammantato il linguaggio della Chiesa fino a gli ultimi anni. Innovativo anche nella forza e nella velocità, con cui si affrontano i temi del cambiamento.

Studiato o spontaneo?

Non lo sappiamo, lui è fatto così.

Riccardo Barbagallo

Lavoro da qualche anno nell'editoria, mi occupo di comunicazione per editori e autori e sono un digital addicted. Al contrario di altri, non mi posso definire un lettore da sempre, 'La coscienza di Zeno' in prima media è stato un trauma troppo forte da superare per proseguire serenamente la relazione con la lettura. Più avanti ho deciso di leggere un libro per piacere, e non per obbligo, ed è stato lì che ho capito quale sia la vera forza della lettura: la capacità di emozionare. Credo che sia questo il segreto, se così possiamo definirlo. Non ho più smesso.

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