Adnkronos, 7 maggio 13.10
Coltivare la memoria, ricordare chi ha perso la vita per i valori democratici del nostro Paese e per chi ha creduto nella lotta alle mafie anche quando Cosa nostra non era riconosciuta da nessuno. Nemmeno dalle istituzioni. Ricordare i nomi e le figure delle persone che sono state uccise in Sicilia e’ un dovere civico che non deve essere trasformato in fredda commemorazione ma in uno strumento capace di dare impulso alle coscienze, individuando “la bellezza del fresco profumo di liberta’ che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguita’ e quindi della complicita’”.
Su queste basi nasce il progetto ‘Trame di memoria’, un’iniziativa che per la prima volta mette fianco a fianco due realta’ geograficamente distanti ma unite nel valore della cultura come uno degli strumenti piu’ efficaci nella lotta alle mafie: il Salone del Libro di Torino e ‘Trame. Festival dei libri sulle mafie’ a Lamezia Terme. Il 12 e 13 maggio quattro appuntamenti dedicati a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino a vent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio e a Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa a trent’anni dalla loro uccisione.
La necessita’ di tener viva la memoria e l’impegno concreto nel presente, e’ alla base della scelta del giornalista d’inchiesta Lirio Abbate – Direttore del festival Trame e coordinatore dei quattro incontri – di porre una domanda per ognuno degli appuntamenti che faccia da filo conduttore tra le battaglie di ieri e gli scenari attuali. Gli ospiti chiamati a partecipare ai dibattiti sono tutti stretti collaboratori o familiari dei coniugi Falcone, di Borsellino, di La Torre e Dalla Chiesa, persone che hanno condiviso con loro i momenti piu’ importanti e che piu’ di tutti possono tracciarne un ritratto fedele.