
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 80
Prezzo: € 13,00
Albert Camus nella parte finale de L’uomo in rivolta dedica alcune pagine all’evoluzione del pensiero meridiano e scrive: «Per conquistare l’essere bisogna partire da quel poco essere che scopriamo in noi, non cominciare con negarlo».
Franco Cassano, intellettuale lucido e lungimirante, ci ha lasciato Il pensiero meridiano, un libro importante in cui egli sostiene che occorre restituire al Sud l’antica dignità di soggetto di pensiero, interrompere una lunga sequenza in cui esso è stato pensato solo da altri. Il pensiero meridiano è, innanzitutto, riformulazione dell’immagine che il Sud ha di sé: non più periferia degradata dell’‘impero’, ma nuovo centro di un’identità ricca e molteplice, autenticamente mediterranea.
Stefano Modeo, poeta e studioso della letteratura è nato a Taranto nel 1990, in un certo senso è un erede del pensiero meridiano, quello delle istanze della rivolta concepito da Camus e soprattutto quello di Cassano, dove lirica e sociologia si incontrano per suggerire un percorso.
Modeo oltre a essere poeta in questi anni ha dimostrato di essere un cultore della cosiddetta poesia meridiana che nasce appunto dalla passione lacerante dei poeti del Sud, soprattutto del secondo Novecento, per la loro terra.
Stefano Modeo recentemente si è occupato di due voci poetiche che sono legate alla linea meridionale novecentesca.
Per Interno Poesia nel 2023 ha pubblicato Un doppio limpido zero, un’antologia delle poesie di Raffaele Carrieri, intellettuale raffinatissimo, uomo straordinario della Magna Grecia, difficile da incasellare, ma un poeta davvero straordinario a cui tornare.
Ma di lui si sono perse le tracce, caduto ingiustamente in un oblio che non meritava. Finalmente, grazie a Stefano Modeo, la sua poesia è tornata,
Da Marcos y Marcos, sempre nel 2023, è uscito La terra di ferro e altre poesie, un volume antologico sull’opera di Pasquale Pinto, poeta del sud anche lui di cui si è persa memoria, o forse non ne ha mai avuta una. Anche qui Modeo ha dimostrato di amare visceralmente il pensiero meridiano e la poesia che esso esprime.
Stefano Modeo è un poeta meridiano, ancorato a quella straordinaria tradizione del Novecento che studia e su cui riflette.
È appena uscito Partire da qui, la sua nuova raccolta. Leggendo i versi di Modeo ci accorgiamo quanto Novecento sano c’è nella sua poesia intrisa di pensiero meridiano.
Nella sua scrittura sa percorre quella bella linea meridionale (che comprende nomi importanti come Scotellaro, Gatto, Sinisgalli, Carrieri, giusto per citarne alcuni) di cui lui è senza dubbio un figlio legittimo.
Modeo nel suo libro parte dal metafisico Sud di nessun dove incontra Taranto, la sua città sulla linea dei due mari e ne racconta il disincanto, lo sconforto, il tormento e i veleni.
«Risale per le vie una verità, / un risentimento delle case, / delle strade. Ma la speranza / non si prende i suoi torti, / restiamo ostili con desiderio / se il vento riprende, nostro tormento».
Tutto parla di Sud e di ogni Sud del mondo nella poesia di Stefano Modeo che sa guardare nelle ferite che si nascondono dietro il paesaggio: «Restano lamiere sgretolate di eternit, / fuochi di giornali pubblicitari. / Sul cartello vietato l’ingresso / qualcuno vi ha scritto appresso: / alla città».
Il poeta Modeo, come Pulcinella, si toglie la maschera e dice la verità, non vuole compiacere nessuno, infrange gli specchi dove «ognuno teme di vedere se stesso», parte dalla sua Taranto, città martoriata del Sud, ribadisce con la poesia un legame di appartenenza e disincanto, scrive della povera gente che di amore e dolore non ne sa niente, si spinge con consapevolezza nel cuore tragico di quel pensiero meridiano che sanguina e esprime la nostalgia e la poesia dei luoghi e dei corpi bruciati dal sale.