
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 106
Prezzo: € 14,00
Mauro Covacich, autore triestino, ha scritto per il teatro tre monologhi letterari dedicati alla sua città e agli scrittori che l’anno resa suggestiva e immortale.
Gli scrittori di cui Covacich si occupa sono Svevo, Joyce e Saba, tre giganti indiscussi della letteratura del Novecento, legati in maniera indissolubile a Trieste.
La nave di Teseo pubblica per la prima volta in volume i tre monologhi.
In Trilogia triestina troviamo la biografia di una città scritta attraverso le penne e le idee di tre grandi scrittori che hanno dato vita a una stagione irripetibile.
Italo Svevo che sconvolge il romanzo del Novecento, che come scrive Covacich non è un romanzo di fatti, è un romanzo di stati d’animo, è un romanzo di esperienze e di vissuti, con La coscienza di Zeno, una novità assoluta, un meteorite piovuto nella letteratura italiana che ancora oggi possiamo soltanto guardare con sbigottimento.
Non è facile trovare una collocazione a questo scrittore nella nostra letteratura. La sua originalità è fuori discussione, soprattutto se prendiamo in considerazione La coscienza di Zeno, un antiromanzo che non tralascia nulla per diventare romanzesco, che assume una sua fisionomia grazie ai suoi personaggi e all’ambiente in cui si svolge
Quando il libro uscì, infatti, si parlò di un’opera originale, tornando volentieri ad altri libri diversi di Svevo, che contenevano una storia e dei personaggi a tutto tondo.
Italo Svevo è uno scrittore che ha una dimensione europea e mitteleuropea, la sua opera (originale) è una novità profonda nella narrativa del Novecento.
Lo scrittore triestino, con lo scacco dei suoi personaggi di fronte alla vita, è una voce importante della letteratura della crisi e del disagio, insieme a Joyce e Kafka.
James Joyce è innamorato di Trieste, città in cui vivrà per oltre un decennio e in cui attraverso la letteratura, che per lui è la possibilità di un altro vedere, inventerà un suo modo di scrittura che troverà nel linguaggio del flusso di coscienza una casa.
Svevo e Joyce si incontrano a Trieste nel 1907. La loro amicizia durerà tutta la vita.
Trieste popola immaginario di Joyce. La sua formazione sarà influenzata dai lunghi anni trascorsi nel capoluogo giuliano e nei suoi scritti egli riversa troveremo le esperienze delle città in cui è vissuto in cui non ha mai smesso di pensarsi. In tutti i libri di Joyce c’è posto anche per Trieste.
Umberto Saba e Trieste sono la stessa cosa. La città segna nel bene e nel male la vita del poeta. Tutta la sua poesia è in un certo senso un omaggio a Trieste.
Covacich dedica a Saba parole bellissime, ne esalta la sua profonda e onesta semplicità, sottolinea la sincerità di una scrittura che sa guardare lontano e soprattutto dentro le parole.
La sua capacità di esprimersi punta alla semplicità come canone universale, scrive Covacich.
A Saba piace eliminare il superfluo, in questa considerazione c’è tutto il carattere dei triestini.
Siamo d’accordo con Mauro Covacich.
In questo aspetto risiede la grandezza umana e poetica di Umberto Saba, il poeta triestino che è cittadino del mondo.
Trilogia triestina è un grande omaggio al Novecento e a tre scrittori geniali e immortali.