
Pagine: 360
Prezzo: € 18,00
Difficile immaginare il dolore di una madre che ha perso il proprio figlio diciassettenne. Ecco cosa prova Lorenza Maxia, proprietaria di un negozio di abbigliamento nel paese di Saruxi nella regione dell’Ogliastra, in Sardegna. Un paese meraviglioso che si affaccia su un lago incantevole; un paese che è un piccolo gioiello così ricco di fiori, case impeccabili, servizi perfettamente funzionanti, cittadini orgogliosi e un turismo selezionato che ha creato una nuova ricchezza per i suoi abitanti. Tutto merito dell’ex sindaco Daniele Enna, benedetto e rispettato da tutta Saruxi per questi motivi e per aver portato, secondo i dettami della green economy, l’energia eolica in quei luoghi. Non a caso, Saruxi è stato sempre chiamato il ‘paese del vento’. Però, in quel ridente lago, proprio sul motoscafo dell’ex sindaco – ora in corsa per diventare presidente della regione – è stato trovato il cadavere martoriato di Michelangelo Esu, l’amatissimo, unico figlio di Lorenza Maxia e Giulio Esu. Ventitré coltellate inflitte con furore, rivestito con eleganti abiti femminili, truccato e con una parrucca in testa dopo che l’assassino gli ha tagliato i capelli, Michelangelo presenta uno spettacolo raccapricciante ai suoi scopritori. Che fosse omosessuale era cosa nota, ma perché l’assassino ha infierito su di lui con tanta ferocia? E soprattutto, perché ucciderlo?
A Cagliari, intanto, ritroviamo la milanese Eva Croce e la collega sarda Mara Rais, poliziotte della squadra creata dal criminologo Vito Strega, al momento tornato nella sua Milano. Sono loro a essere convocate dalla magistrata Adele Mazzotta che le accompagna negli uffici della DIA. Qui in presenza del procuratore generale della Direzione Antimafia Gianluca Berardi, del magistrato della DDA Mauro Galliega e della procuratrice capo di Lanusei, Ogliastra, Federica Del Negro vengono informate della morte del giovane Esu. Ma non è tutto. Il comune di Saruxi rischia il commissariamento per infiltrazioni mafiose legate proprio al business dell’eolico. Da tempo c’è un’indagine in corso e la morte di Michelangelo Esu, con il possibile coinvolgimento dell’ex sindaco, rischia di far saltare tutto se non ci si muove con i piedi di piombo. A Mara ed Eva il compito di indagare sotto traccia, con discrezione, di riferire alla Del Negro ogni nuova scoperta e soprattutto di non fidarsi di nessuno. Le due accettano. Mara Rais, in special modo, spera di risolvere presto e bene il caso perché questo l’aiuterebbe a riprendersi la figlia adolescente che l’ex marito è appena riuscito a sottrarle con un’ordinanza del tribunale. Partono dunque per Saruxi dove trovano ad attenderle il maresciallo Putzu a capo dell’indagine sulla morte del ragazzo. Ma chi era Michelangelo nella vita di tutti i giorni? Un talentuoso pittore forse un po’ ossessionato da un identico soggetto: il volto di un uomo dagli occhi tristi; un ottimo studente; un carissimo amico dei compagni di scuola Laura Palmas e Ivan Cossu che d’improvviso spariscono; di sicuro impegnato in una battaglia contro il business dell’eolico. È questo che lo ha ucciso? Sarà una lettera che Michelangelo ha scritto alla madre prima di morire ad aprire un primo spiraglio sulla verità, ma senza la determinazione e la perseveranza di Eva Croce e di Mara Rais, senza il loro scavare forsennato sotto la bella crosta di scintillante vernice che copre Saruxi, a nulla alla fine si sarebbe arrivati.
Mara ed Eva, però, al di là di questo caso spinoso hanno ben altre gatte da pelare. A tenerle d’occhio e a fomentare la discordia fra loro, ci pensa un oscuro personaggio già incontrato nelle precedenti vicende della squadra di Strega: Marina La Brava.
Un giallo attualissimo e, come sempre, dal meccanismo perfetto questo nuovo lavoro dell’ottimo Pulixi perché non è un mistero che il business dell’eolico faccia gola alla criminalità organizzata. Eppure, al di là, della denuncia sociale e politica, questo è un libro che esalta le donne come guerriere e come madri. Mara, Eva e Lorenza Maxia lottano non solo per la verità e la Giustizia, ma devono fare i conti con il loro essere o essere state madri costrette a scelte, compromessi, decisioni che le hanno condotte lungo una strada impervia di dolore senza remissione. Devono riconciliarsi con se stesse e il loro passato, riuscire a perdonarsi e a perdonare e persino a mentire in nome della misericordia per le sofferenze altrui. Pulixi scava in profondità nell’animo femminile con rara ed encomiabile bravura.