Le opere di Dio – Giuseppe Berto

Titolo: Le opere di Dio
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 182
Prezzo: € 20,00

Giuseppe Berto scrittore isolato, romanziere dimenticato, intellettuale contro, un outsider del secondo Novecento che non merita assolutamente l’oblio doloso che gli è stato riservato, non solo dopo la morte ma anche quando lo scrittore era ancora in vita.

Berto era prima di tutto un uomo libero che non rinunciava alla sua autonomia di pensiero. Scriveva e raccontava il suo tempo senza mai accettare compromessi, e soprattutto pensava sempre con la sua testa, tenendosi lontano dal circo barnum delle consorterie culturali.

Diario Biagi in Vita scandalosa di Giuseppe Berto, una delle poche biografie dedicate allo scrittore veneto, scrive: «Aveva tutto per essere un vincente: talento fascino simpatia, ma volle fortissimamente volle, iscriversi al partito dei perdenti»

Giuseppe Berto sembra tuttora vittima di una congiura del silenzio da parte dei gruppi dominanti della vita intellettuale nazionale che, come dicevamo, non lo amarono neanche in vita.

Più che al giovanile fascismo, questo rifiuto sembra da attribuire al fatto che Berto ha dato scandalo, con la vita e con le opere.

La sua vita tra guerre, prigionia, avventure sentimentali, fughe, risse, malattia, esperimenti imprenditoriali e stilistici, cinema e giornalismo, trionfi e tonfi memorabili, si può raccontare come un romanzo.

Dopo anni di silenzio editoriale Neri Pozza finalmente ripubblica la sua opera.

Nei giorni scorsi è uscito Le opere di Dio, il secondo libro dello scrittore veneto pubblicato la prima volta nel 1948.

Un romanzo breve che racconta gli orrori della guerra attraverso le vicende drammatiche di una famiglia di sfollati.

Domenico Scarpa nella prefazione a Guerra in camicia nera (romanzo uscito da Garzanti nel 1955 e anche questo ripubblicato da Neri Pozza) scrive che nella sua vita di scrittore Giuseppe Berto ha inventato una guerra attraverso lo sfacelo dei suoi personaggi.

Così nelle pagine de Le opere di Dio troviamo pochi personaggi, che costituiscono una famiglia, costretti a lasciare la loro casa, a sfollare perché gli alleati avanzano.

Prendono il poco che hanno e lo caricano su un carretto per fuggire dalla guerra senza sapere dove andare.

Berto segue la corsa disperata degli sfollati, partecipa con estrema compassione alla loro disperazione che va incontro alla disfatta e alla morte, racconta con parole nette il dramma disumano della guerra.

Giulia Caminito nella prefazione afferma che la scrittura di Berto, calibrata, evidente, mostra con spietatezza l’accadere del trauma della guerra e dei personaggi, rende necessario fermarsi a volte, riprendere fiato, mentre succedono gli incidenti, mente spariscono i membri della famiglia nella notte, mentre gli animali cadono nei fossi e non riescono più a rialzarsi.

Attraverso la tragedia della famiglia Mangano con una scrittura limpida che non prende mai posizione politica, scrittura che si fa scomoda, Berto in questo romanzo rievoca la terribile crudeltà della guerra, che è sempre orrore voltastomaco, fame, bombe, sterminio, negazione dell’umano.

Le opere di Dio è un romanzo senza tempo, una testimonianza cruda sulla catastrofe della guerra, di cui Berto racconta la storia delle vittime.

Ti potrebbero interessare...

Per continuare a navigare su questo sito, accetta l'informativa sui cookies maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi