Data di pubbl.: 2024
Pagine: 204
Prezzo: € 16,00
Non è facile fare conti con il dolore e redigere un inventario quando il dolore stesso diventa la vita dopo l’esperienza della perdita.
Allora la vita continua condividendo le tracce del dolore che si vedono dappertutto.
Perché non si scappa dal proprio passato e dal proprio dolore.
Michele Ruol con Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia ci racconta la storia intima di Madre e Padre che si trovano a fare i conti con il dolore più grande che due genitori possono provare: la morte dei figli.
Maggiore e Minore sono scomparsi tragicamente in un incidente stradale e Madre e Padre, prigionieri negli spazi della casa con gli oggetti che richiamano memorie, si consumano, si straziano, vanno avanti nella speranza vana di supera il dolore, rimuoverlo insieme a quello che gli sta intorno, insieme alle sensazioni.
Mai il dolore non smetterà mai di accompagnarli. Non andrà mai via. Il dolore farà per sempre parte della loro vita. Scopriranno che di dolore non si muore. Il dolore ti abbatte, poi ti aspetta.
Michele Ruol con una scrittura sempre per sottrazione e con una prosa che ha la stessa funzione di un rasoio tagliente segue passo dopo passo le esistenze drammatiche di Madre e Padre che nelle stanze della loro casa attraverso gli oggetti e le cose raccolgono la cenere dopo che l’incendio del dolore è divampato, lasciando sul campo il vuoto e le ferite dell’assenza.
«In Padre il dolore si era preso spazio lentamente. Si era allargato, fino a quando aveva coperto tutto. Il suo corpo, i suoi pensieri, quello che gli stava intorno.
Era stato una nebbia appiccicosa, il dolore, che aveva aderito alle superfici delle cose, e non si era più staccata».
Madre, Padre, una casa con i suoi oggetti e soprattutto con le sue mancanze.
Tutte le insensatezze che provoca il vuoto e la vita che scorre come un inventario con cui fare i conti quando resta la cenere dopo che l’incendio ha bruciato tutto.
Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia è l’esordio di Michele Ruol.
Un libro potente e drammatico sull’esperienza diretta e devastante del dolore. Una scrittura tagliente e teatrale (leggendo mi sono venuti in mente Beckett e Thomas Bernhard) che racconta la drammaturgia dei tanti giorni infelici che ci riserva l’esistenza.