Incubatore 2013 – Edizioni Opposto

Tra le tante realtà presenti quest’anno a Incubatore, sezione del Salone Internazionale del Libro di Torino, troviamo anche Edizioni Opposto, Casa Editrice nata dalla passione di Virginia Foderaro, il suo principale editore. Opposto, nel 2007, era nato semplicemente come un personaggio di fantasia, trasformandosi lentamente in un sito di pubblicazioni di racconti e poesie, fino a diventare una nuova Casa Editrice, che si dedica ancora adesso alla pubblicazione di brevi racconti e poesie.

Cosa sta alla base della scelta di diventare editori e di ‘fare libri’?

Il sincero amore per i libri è senza dubbio la base di partenza. Editori si diventa per passione. Noi lo siamo diventati come evoluzione di un’attività precedente, quella del sito Internet www.opposto.net dedicato alla pubblicazione di testi di narrativa e di
poesia di molti scrittori esordienti che ci seguivano con entusiasmo. La trasformazione è avvenuta naturalmente, senza forzature. Un giorno è nato il primo libro di racconti e di poesie come testimonianza che se si vuole realmente realizzare un progetto, anche
ambizioso, è possibile. L’esito si è rivelato subito positivo anche per l’utilità immediata della pubblicazione in questione. Infatti i proventi delle vendite sono andati a sostegno di una missione benefica per i bambini del Kenya. Quelle che a noi erano sembrate semplici parole provenienti dal web si trasformavano concretamente in fatti. Così, con molti sacrifici, abnegazione e impegno, abbiamo preso il via.

Come avete scelto il nome della vostra casa editrice?

Nella nostra immaginazione Opposto è nato come un personaggio di fantasia. Qualcuno lo vede come un buffo signore, a noi sembra più un adolescente ebbro di sogni. Ad ispirarci è stato un quesito semplice: cosa sarebbero le nostre vite senza gli opposti?
Di certo esistenze prive della metà del loro senso. L’opposto rifugge l’omologazione e l’appiattimento a certe regole, che tenta a suo modo di sovvertire: ci sono molti aspetti della vita discutibili e inaccettabili, per questo abbiamo sentito il bisogno di svecchiare il nostro modo di indagare la realtà, sfiorandola così nelle sue sfumature meno evidenti, affinché non smetta mai di condurci a nuove e preziose interpretazioni. È un’epoca questa che ha bisogno di punti di vista contrapposti per estrarre nuova linfa e nuove sollecitazioni, cercando di liberarci dalle ovvietà che offuscano e incatenano.

Vi definite una realtà non convenzionale, per quale motivo?

Non convenzionale significa fuori dai circuiti logistici meramente consumistici e proiettati sulla quantità e non sulla qualità. In secondo luogo non convenzionale significa ricercare il talento nella creatività ostacolata dall’imprenditorialità esasperata nel mondo dell’editoria. Opposto sta a significare proprio questo: cognizione del punto di partenza ed esigenza di rinnovamento, non solo nelle forme ma anche nei contenuti. Ciò che emerge da questa incontenibile necessità, che permea l’attività di noi tutti, è raggiungere il fine della divulgazione attraverso la restituzione al mondo del duplice entusiasmo della lettura e della scrittura, ripercorrendo le tappe dell’evoluzione dell’ars dicendi fin dalla sua origine. Dare diletto, emozionare, appassionare, rendere dipendenti gli individui da una sana e genuina esigenza letteraria. Siamo tutti affamati di nuovi mondi, un po’ per rifugiarci in essi, un po’ per costruire qualcosa di grandioso all’interno della realtà che viviamo a partire da quella ispirazione che può essere rinvenuta solo nelle trame d’inchiostro di un testo. La casa editrice di Opposto è nata da questa forma di amore, quello smisurato ed inarrestabile per il sapere, che si articola in un saper fare condiviso e non strumentale alla serialità, in un saper sentire “patito” e non meramente auditivo, dove le orecchie dell’anima si esercitano alla profondità, un saper partecipare ad un rinnovamento globalizzato che possa vincere le angosce della quotidianità. Si può curare la crisi? Sì.Leggendo e Scrivendo. Leggendo perché si comprende di non essere soli e perché si imparano modi nuovi di sopravvivenza. Scrivendo perché è un modo di supportare chi ne ha bisogno. Non Convenzionali significa essere aperti e disponibili, ed Opposto è il manifesto di tutto ciò.

Qual è il vostro progetto editoriale e quali sono le sue caratteristiche?

Fin dalla sua nascita, la nostra casa editrice si è concentrata sui generi minori della letteratura italiana – quali le raccolte di racconti e di poesia – constatando che questi filoni, a discapito di ogni pronostico, sono accolti con notevole interesse dal nostro pubblico; il problema sulla loro presunta mancata appetibilità si riduce così ad una questione meramente economica, in quanto i guadagni relativi sono inferiori e quindi esulano dai circuiti dei cosiddetti “trend commerciali”. Esistono delle tali perle letterarie nel panorama della narrativa breve che ci sembra inammissibile non darle l’energia necessaria. Ad ogni modo le nostre proposte sono varie e vanno quasi tutte in una direzione anticonvenzionale. Uno degli esempi di ciò è la collana dal titolo “I classici dell’Ebbrezza” a cura di Fabrizio De Priamo, il cui primo libro è “Confessioni di un mangiatore d’oppio” di Thomas De Quincey. Il libro contiene un saggio critico molto interessante dello stesso De Priamo, il quale ha curato un’inedita ed originale versione e traduzione del testo che consegnano al linguaggio ottocentesco del suo autore quella modernità e attualità indispensabili al lettore dei giorni nostri. La collana proseguirà con la pubblicazione di importanti testi classici di scrittori europei che da due secoli a questa parte hanno posto lo stato di ebbrezza al centro della loro riflessione e della loro poetica. L’intera collana sarà illustrata in copertina dalle opere dell’artista Giuliano Marin, il quale ci ha destinato alcuni dei suoi più importanti lavori aventi per tema la vertigine. All’interno dei nostri progetti editoriali, si parla quasi sempre di vicende che si tende a voler dimenticare, come quelle, ad esempio, delle leggi razziali in Italia, delle quali gran parte delle giovani generazioni sa poco o niente. “Una cosa da niente e altri racconti” di Mario Pacifici tratta, infatti, di una drammatica pagina della storia italiana, quella delle leggi razziali del 1938 e dei conseguenti soprusi perpetuati ai danni di una minoranza completamente estromessa dalla società civile. In dodici racconti Pacifici fa del racconto breve un folgorante strumento espressivo. Il libro ha ricevuto due patrocini importanti (quello dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e quello del Museo della Shoah) e il racconto “Una cosa da niente”, che dà il titolo all’intera opera, è stato vincitore del Festival delle Letterature Ebraiche. E ancora, per gli amanti di storia del ‘900 e di cultura ebraica, segnaliamo un altro libro bellissimo dal titolo “Basso continuo e altri racconti” dello scrittore triestino Renzo Cigoi. Questo grande narratore dei giorni nostri ha al suo attivo numerosi premi letterari, è stato finalista al Premio Calvino con il romanzo inedito “Biblion” ed è tradotto in sloveno, romeno, francese e russo. Con “Basso continuo”, Cigoi scolpisce immagini imponenti sui drammi dell’esistenza del singolo e della collettività, sotto la lente deformante degli orrori delle guerre. Un’altra raccolta di racconti “Un buco nel cielo. La fine del mondo in quattro storie” di Roberto Albini pone in primo piano l’introspezione e il disorientamento della nostra epoca. In uno sfondo cittadino desolato, metafore e realtà si mescolano alla vita dei protagonisti e suggeriscono quesiti e riflessioni importanti. Tra le opere poetiche “Codici apparenti” del giovane Giuseppe Mantovani è una raccolta di elevato spessore; la silloge di Bernardo Antonini “La notte delle bestie” coinvolge il lettore con una sofisticata forza espressiva. A metà strada tra prosa e poesia, “Nemea tra Terra e Cielo” di Anna Maria Artini, storia di una fanciulla del V secolo a. C., ambientata ai della Magna Grecia. Questo personaggio, di un’attualità d’amore coraggiosa che le costerà la vita, infrangendo rivolta che la innalzerà al di là del suo tempo. Fresco di stampa è il nostro primo romanzo. Una giovane donna, vittima di una storia d’amore fallita, decide di riappropriarsi del diritto alla felicità con una fecondazione eterologa. E per farlo, visto che in Italia non le è concesso, se ne va in Spagna. Il romanzo “Ignoranti sentimentali” è un ritratto impietoso del narcisismo e dell’ignoranza sentimentale dei nostri tempi. L’autrice, Diana Alessandrini, con una scrittura introspettiva e lieve riesce a trasmettere l’amore estremo di una maternità accolta in solitudine. In copertina l’opera di Antonio De Pietro, Lettera d’amore (2011), è stata recentemente esposta ai Mercati di Traiano. Ultima ma non ultima, la piccola agenda letteraria dal titolo “365” che coinvolge numerosi e validi autori di poesia e di narrativa vicini alla nostra realtà editoriale. Ovviamente i progetti non sono finiti. Chi avrà la pazienza di seguirci scoprirà le novità dei prossimi mesi.

Questa domanda si rivolge spesso ai bambini, ma anche la vostra creatura in fondo è un po’ bambina: cosa farà da grande Opposto?

I bambini sono quel che ancora resta di incontaminato nel mondo in cui viviamo. Non è cosa da poco esser paragonati a loro. L’auspicio è che crescendo non perdano mai la loro spontaneità. Opposto da grande sarà esattamente ciò che è oggi con impegno e lealtà. Continuerà a dare voce a tutti quegli scrittori che abbiano progetti importanti, senza per questo piegarsi alle regole di un mercato che li vorrebbe omologati ad una logica di concorrenza. A Opposto questo non interessa. Pensa piuttosto a contribuire alla bellezza e all’onestà con i libri che pubblica.

 

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