Il Porto Sepolto – Giuseppe Ungaretti

Titolo: Il Porto Sepolto seguito da Derniers Jours
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Edizione commentata da Carlo Ossola
Pagine: 264
Prezzo: € 20,00

Giuseppe Ungaretti resta un grande poeta di riferimento. Anche se molti si mostreranno in totale disaccordo, ancora oggi lo possiamo considerare il crocevia e il senso dell’intera poesia del Novecento.

La sua rivoluzione è geniale e innovativa per i contenuti e per lo stile. Egli disarticola l’endecasillabo e con il verso libero scoprirà la strada per una possibile ricomposizione.

 Con Ungaretti entra nella poesia la schiettezza della parola nuda. In raccolte come Il Porto Sepolto, Allegria dei Naufragi, Sentimento del tempo, finalmente il concetto di «Naturalezza del poeta» impreziosisce l’opera e la poesia. Qui si sceglie la via dell’immediatezza. Da questo momento la verità della parola spoglia scrive frammenti istantanei per dare conto di un presente lacerato. Nell’esperienza poetica l’assoluto si arricchisce e l’istante di ogni verso guarda all’eterno.

Ungaretti ha rivoluzionato la poesia nei suoi più intimi contenuti: una poesia concepita come educazione del cuore, sede del mistero dell’inesauribile segreto della vita che vive di essenze e non di contingenze.

Con la sua opera egli ha sostenuto che la poesia ha un solo compito: definire l’indefinibile, essere uno schianto di nervi. Questo fa di essa un miracolo che assume le sembianze di una persona in grado di cambiarci la vita di continuo. Definire l’indefinibile questa è la missione che attende tutti coloro che si affannano a capire la poesia.

La lezione novecentesca di Ungaretti ha dato una risposta ad un interrogativo epocale. Dove risiede l’autenticità del poeta?

Leggendo, Il Porto Sepolto, opera d’esordio di Giuseppe Ungaretti, si comprende come il poeta oggi debba tornare a essere uomo del suo tempo.

Si tratta di un’opera, una raccolta autonoma mai data alle stampe, che può considerarsi preparatoria all’edizione dell’anno successivo.

Il Porto Sepolto può considerarsi il risultato più compiuto della prima stagione lirica ungarettiana, formata sia dalla poesia nata dalla vita di trincea, sia dalle suggestioni della memoria e dalle esperienze milanesi e parigine.

Nella collana Lo Specchio di Mondadori torna questo libro fondamentale del grande poeta con un commento di Carlo Ossola, il più ungarettiano dei critici italiani.

Ossola isola, nella sua storica nettezza, la plaquette del Porto Sepolto, distinguendolo sia da Allegria di Naufragi (1919) sia dall’ Allegria che infine assorbirà, distribuendole con nuovo ordine e con severa selezione, le poesie di Ungaretti dal 1915 al 1919. Un’operazione che ha il valore di una presentazione non meramente cronologica dell’officina ungarettiana, bensì di una meditata accentuazione di quei nuclei destinati a segnare e a varcare il Novecento poetico e imporsi come autentica voce della poesia contemporanea.

Per Carlo Ossola Il Porto Sepolto è l’opera non solo prima ma anche fondamentale per comprendere il comporre ungarettiano nella sua perfezione senza residui.

Dalla lettura dell’esordio ungarettiano emerge una parola sospesa tra l’impulso alla trasposizione dell’esperienza autobiografica e una tensione verso una poesia capace di suscitare “il sentimento del tempo”, rivela la grande attualità della poetica ungarettiana.

Il Porto Sepolto è un coagulo mitico che contiene in nuce i simboli e le matrici dell’intero percorso poetico ungarettiano; il Porto Sepolto designa, tutt’insieme, il luogo delle profondità affioranti e perdute, segno e abisso, ricettacolo incontaminato di ricordi d’infanzia e di civiltà favolose, approdo dopo tappe e arsure di deserto, e insieme ultima discesa d’Orfeo, canto di ritorno e segreto.

Nel Porto Sepolto, che è il laboratorio del poeta, è già presente la lezione del grande Ungaretti che amava vivere poeticamente, perché era convinto che soltanto la poesia può recuperare l’uomo.

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