Il mestiere di mia madre – Costanza Ghezzi

Titolo: Il mestiere di mia madre
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 250
Prezzo: 18,90

Lucetta è nata a Vittoria, un paese dell’entroterra siciliano, l’8 agosto 1941, quattro anni prima della fine della guerra.

Con un padre morto in battaglia e un patrigno violento e un marito inesistente la vita di vittoria è difficile, una donna umiliata da un maschilismo patriarcale costretta a convivere con le umiliazioni che fanno di lei una vittima.

Le attenzioni di Gregorio Palermo, un uomo che le promette una vita diversa, le fanno prendere una decisione.

Un giorno sale sulla sua macchina è fugge a Roma in cerca di fortuna. Si lascia tutto alle spalle ma le cose nella capitale non andranno bene.

Anche a Roma i soliti problemi e Gregorio si rivela un uomo incapace di provvedere a sé stesso e alla sua donna.

Sbarcare il lunario è difficile e Lucetta si rimbocca le maniche ed è costretta a inventarsi un mestiere per sopravvivere, il mestiere più antico del mondo.

Costanza Ghezzi con Il mestiere di mia madre, romanzo potente e commovente, scrive la sua opera prima e ci regala un esordio convincente.

Sullo sfondo di una Sicilia arretrata e oscurantista nel secondo dopoguerra e di un’Italia patriarcale, sempre più clericale e fascista, è ambientato Il mestiere di mia madre,

Lucetta, una donna e una madre che a Roma incontra uomini, dona il suo corpo, si inventa un lavoro per non affondare e Flaminia, una figlia che non conosce l’amore, e che alla fine si troverà a considerare il suo passato una terra arida, un fastidio troppo grande che si fa ricordare. Una donna che non troverà mai le parole per capire la madre assente.

Flaminia, che non saprà mai chi è suo padre, e non lo sa nemmeno Lucetta che considera gli uomini come gelati con la stecca: il piacere dura poco, e quando è finito il resto si butta nel pattume, che se lo lasci sul tavolo lo arronzano le vespe.

Flaminia è il fritto di uno dei tanti incontri di Lucetta con i suoi innumerevoli, uomini, è un incidente di percorso. Ma c’è e Lucetta non si può occupare di lei e la rinchiude in un collegio di suore.

Costanza Ghezzi con una scrittura attenta ai particolari e una narrazione sempre incalzante racconta la storia di Lucetta e Flaminia, permette al lettore di entrare nel loro complicato rapporto: una donna anaffettiva e calcolatrice che la riempie di attenzioni banali ma che non riesce mai a essere madre e una figlia, prigioniera di un’educazione cattolica, che non conoscerà mai l’amore di sua madre e che si porterà addosso per tutta la vita il trauma di un vuoto affettivo.

Il mestiere di mia madre è la storia di una madre e di una figlia, due donne che hanno in comune lo stesso malessere: entrambe nella vita cercano l’amore e a modo loro se lo inventano ogni giorno.

Due personaggi memorabili per un romanzo tutto al femminile, lontano dagli stereotipi di un femminismo ideologico.

Costanza Ghezzi con l’abilità delle grandi narratrici scrive un romanzo coinvolgente.

Il suo è un esordio che difficilmente dimenticheremo.  

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