I contadini ovvero “Chi ha terra ha guerra” – Honoré de Balzac

Titolo: I contadini
Autore: Honoré de Balzac
Genere: Romanzo sociale

Pubblicato postumo nel 1855 a cura di Evelyne de Balzac e rivisto da  Mme Haska, moglie dello stesso Balzac, il romanzo narra la lotta tra il generale di Montcornet, grande proprietario terriero, e i contadini che non accettano che le franchigie acquisite prima della Rivoluzione Francese siano messe in causa nel periodo della Restaurazione.

Parte integrante delle “Scene della vita di campagna”, è il  romanzo al quale Balzac ha lavorato maggiormente, come spiega egli stesso nella dedica  indirizzata a M. de Gavault , libro che “per otto anni ha lasciato e ripreso  cento volte, il più degno di considerazione di tutti quelli che abbia deciso di scrivere”. Marx e Engels ne riconosceranno il valore di romanzo politico attraversato dalla lotta di classe. Balzac, legittimista, da “visionario” diventa osservatore della realtà del suo tempo, assumendo una posizione oggettiva di fronte alla realtà sociale postrivoluzionaria, in cui la borghesia prende il posto  dell’aristocrazia nella piramide sociale. “La Presse”, quotidiano parigino del 1844, avrebbe potuto definire “I Contadini” come un vasto affresco tragico della Restaurazione in cui si narra la storia della contesa di una grande proprietà terriera legittimamente posseduta dal conte di Montcornet, ex generale napoleonico, ambita dai ricchi borghesi della zona e insidiata dai contadini del luogo che mettono in atto ogni genere di angheria per costringere il legittimo proprietario di quelle terre a vendere i boschi, le case e ogni suo bene e ad andarsene lasciando che si compia l’iniqua spartizione.

Nella prefazione del romanzo, Balzac definisce i contadini come l’elemento insociale che, un giorno o l’altro, assorbirà la borghesia come la borghesia ha divorato la nobiltà, durante la Rivoluzione Francese. Balzac si spinge al di là dell’originaria intenzione di rappresentare la tragedia del latifondo basata sullo scontro tra proprietari e contadini, in cui la borghesia è  rappresentata da Rigou-Soudry-Gaubertin. L’obiettività della narrazione dei fatti, caratteristica peculiare di Balzac,  si scontra con la sua stessa sensibilità che gli impedisce di concludere l’opera.  Balzac intuisce, infatti, come la verità sia frutto di un continuo lavoro di riesame dei fatti. La domanda che si pone l’autore è come conciliare il suo legittimismo con la ricerca della verità che si schiera a fianco dei più deboli. La Rivoluzione Francese aveva confiscato i beni dell’aristocrazia e del clero per venderla alla borghesia terriera che difenderà il proprio potere economico durante la Restaurazione . Il periodo napoleonico consente alla borghesia di consolidare i propri interessi. Il critico Lukacs riconosce a Balzac una grande capacità di sottrarsi alle visioni utopistiche di cui intriso, diventando così lo psicologo delle masse.

Nello Yonne, come altrove, alcune grosse proprietà erano sfuggite alla confisca e la proprietà di Les Aigues, teatro del romanzo, era rimasta nelle mani dell’ex cantante dell’opera Mme Laguerre, alleata della borghesia locale che le consente di vivere in pace con i contadini del luogo ai quali aveva promesso di spigolare nei campi e raccogliere la legna nei boschi. A differenza di Mme Laguerre, Montcornet impedisce loro di godere di tali “privilegi” e i contadini covano rancore verso il nuovo padrone. All’origine della fortuna di Montcornet, c’è il furto e la rapina. Gaubertin si arricchisce approfittando dell’ignavia dell’ex cantante dell’Opera proprietaria di Les Aigues di cui diventa intendente.

Balzac segue i suoi personaggi nell’escalation  del potere non lasciando niente al caso. Gaubertin, che tesse amicizia con il brigadiere della gendarmeria Soudry , si sposerà con la femme de chambre della proprietaria della tenuta arricchitasi  a spese della padrona, o Rigou, l’avaro egoista e ipocrita. I personaggi de La Comédie Humaine testimoniano tutti gli aspetti del periodo postrivoluzionario. Balzac descrive i contadini come profittatori, furbi, ladri, ma  perché prodotto della società che ha sfruttato il loro desiderio di possedere un pezzo di terra. Gli echi delle Jacqueries  di Francia, la Rivoluzione Francese, le campagne napoleoniche risuonano in questo contesto . I contadini vivono una vita di natura selvaggia. Studi  storici sulla Restaurazione confermano che, nel 1827, il governo vara un nuovo codice forestale con disposizioni  che abrogano i loro antichi diritti feudali .

Ne “I Contadini”, Balzac ha saputo cogliere, secondo il critico Lukacs,  i sintomi del profondo malessere di un’esistenza disperata che lo spinsero a lasciarlo incompiuto, come la Rivoluzione Francese, evento storico incompleto secondo una logica sociale.

Recensione di Emanuela Gervasini 

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