
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 320
Prezzo: € 18,00
Marzo 2022, Firenze. La giovanissima influencer sui temi dell’alimentazione e della salute mentale, Argentina Riva-Venturi, in arte RGen, si suicida in diretta gettandosi dal terzo piano di Palazzo Pitti alla fine di una sfilata di moda dello stilista Marco Palermo. Il video del volo mortale fa il giro del web in men che non si dica scatenando i fan in un delirio misto di orrore e vorace bulimia da immagini violente. Ma Argentina si è davvero suicidata? Niente nel suo comportamento degli ultimi mesi, giorni o delle ultime ore lo faceva supporre. La madre, un’ex soubrette celebre negli anni ‘90, Domizia Venturi è convinta che qualcuno l’abbia spinta di sotto; sostiene che era piena di nemici, rivali, persone che si erano approfittate di lei e che ora volevano liberarsene. Gli amici/nemici sono vaghi e reticenti: la convivente di Argentina, Nerea Manzi, food blogger e madre della seienne Giulia, prossima a sposarsi con uno chef stellato; i September Session, l’attrice Nicoletta Romeo e Demetrio Greco, regista, attore, autore teatrale e di libri; Noa Zandrin, creatore di Anime e regista pluripremiato; lo stesso Marco Palermo, dal passato ambiguo, gender fluid, ufficialmente rivale di Argentina. Tutti presenti alla sfilata, a parte Noa, o così si suppone visto che lui è un hikikomori, uno dei quei ragazzi che vivono attaccati al computer senza mai uscire di casa. Su di loro indaga la commissaria Valeria Mancuso affiancata dall’ispettore Vincenzo Cammarota e supervisionata dal questore De Lellis. Accanto a lei l’amica di sempre, la psichiatra Elisa Bernabei. Un’amicizia solida sebbene Valeria ultimamente viva male questo rapporto: Elisa ha avuto il grande torto di aprirle gli occhi sul fidanzato Paolo e la verità che Valeria ha dovuto accettare le ha fatto molto male. Ma Elisa Bernabei conosce bene questi ragazzi della Generazione R per averli seguiti e curati – fra questi proprio Argentina e Nerea – e ne ha parlato a lungo nel suo podcast così come la stessa Valeria Mancuso rievoca:
“Ho pensato a questi ragazzini che, come dice il monologo di Elisa che Argentina ha riportato, non hanno niente. A parte una fragile popolarità che fa loro da madre e da padre, che dovrebbe proteggerli ma invece li espone e li vende come carne da macello.” (p. 244)
Cosa legava fra loro Argentina e i suoi ‘amici’? Quali erano le storie familiari pregresse di ciascuno di loro? Quali abusi hanno subìto e come se ne sono liberati, se davvero sono riusciti a liberarsene? Genitori assenti e mai cresciuti, una cultura dell’apparire e mai dell’essere, consumismo spinto, ricerca ossessiva della visibilità, inganni e truffe operate attraverso l’uso eccessivo della tecnologia, questi ragazzi hanno vissuto in una realtà fittizia, in una specie di sogno che ha più l’aspetto di un incubo destreggiandosi fra crisi depressive, anoressia e bulimia.
La commissaria Mancuso, unica nota allegra per il suo modo bonariamente aggressivo e sboccato di affrontare la vita, nonostante i chili di troppo e il dolore che si porta dentro, verrà a capo dell’indagine. Ma questo libro, da non sottovalutare, apre una spaventosa finestra sulla Generazione R, una parte della Generazione Z (i nati fra il 1997 e il 2012) vittima di gravi problemi psichiatrici. Questi ragazzi non hanno vinto l’uragano, come recita la canzone più amata da Argentina, ci sono finiti dentro e ne sono stati sommersi.