
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 324
Prezzo: € 17,90
L’umore degli adolescenti, si sa, è un magma altalenante. Peggio ancora se l’adolescente in questione sa di essere stato adottato e che da lui ci si aspetta, quasi fosse un risarcimento per la famiglia ricevuta in dono, un rendimento scolastico e complessivo ottimo. Così è per Umberto Parelli, dal quale il padre Alessandro, ingegnere informatico e proprietario di una fiorente impresa, pretende una impossibile perfezione tanto da sottrargli, per punizione, le chiavi del motorino per impedirgli di raggiungere gli amici a una festa. Arrabbiato, avvilito, indispettito, Umberto esce a piedi nella notte meditando su chi chiamare per farsi portare a destinazione. Non i suoi ricchi amici che di sicuro lo prenderebbero in giro per essere rimasto appiedato, ma qualcun altro sì: qualcuno di modesto ceto sociale, che non fa domande e che da sempre è un amico sincero, Silvio Quintavalle, figlio di divorziati, manovale, che vive con la nonna. E mentre così ragiona, camminando nella notte, raggiunge una casa semi abbandonata a Borghetto Santo Spirito nella quale intravede una luce. Si avvicina curioso e ciò che vede lo lascia senza parole tanto da brandire il suo iPhone quasi scarico e scattare delle foto. Qualche giorno dopo, il prof. Guido Pelissero e l’agente immobiliare Trucco visionano la casa abbandonata – il professore ne medita l’acquisto – quando fanno una macabra scoperta. Nelle cantine, ben riposto in una vecchia cassapanca e ben coperto da un telo, giace un cadavere semi decomposto. Fra le mani un rosario e su di una mensola poco discosta, un vasetto con dei fiori ormai appassiti. Proprio una degna sepoltura! Chiamata sul luogo del ritrovamento, la dottoressa Ardelia Spinola, medico legale, cerca di capire cosa abbia provocato quella morte. Rosario fra le dita a parte, in una tasca del cadavere ecco apparire un sacchettino con dei chicchi di caffè. Portafoglio e relativi documenti sono spariti, ma non un prezioso orologio da polso. Iniziano le indagini guidate prima dalla PM Fabiana Colombo e poi, in modo congiunto, dal collega Alberti, mentre viene richiesta la consulenza esterna del commissario Bartolomeo Rebaudengo. Il morto è proprio Umberto Parelli e oltre ai documenti è sparito anche il suo iPhone. Ma perché ucciderlo? Proprio lui che non aveva un nemico al mondo. E chi può averlo ‘sepolto’ con tanta cura? Il padre, disperato, si auto accusa per l’eccessiva severità; l’amico Silvio Quintavalle, forse l’ultimo ad averlo visto vivo, racconta una storia credibile fino a un certo punto. Ardelia ha dei sospetti, frutto di una serie di profonde intuizioni, ma come provarli? Tutto, in questa inchiesta, sembra ruotare intorno a silenzi, bugie, codardia, mancanza di coraggio nel dire la verità. Un’inchiesta lunga e difficile, nel corso della quale Umberto non sarà l’unico a morire.
Ma, a parte la perfezione dell’intreccio giallo, la bellezza dei libri di Cristina Rava risiede anche nella descrizione del territorio, della natura, del cibo. I suoi racconti si muovono tra Albenga, Savona e l’entroterra ligure fino a incrociare, in un trionfo di vini e sapori, il vicino Piemonte. Ancora una volta, poi, ritroviamo i personaggi amati dai suoi lettori: la pianista Norma Picolit, la fedele Doina e il marito Ughetto Fossati, l’agente segreto Gabriele Innocenti e, in aggiunta, delle new entry di tutto rispetto. Assolutamente da leggere e da assaporare.