
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 367
Prezzo: € 19,90
Fine ‘800. Siamo ad Alba, in Piemonte, per seguire le vicende della famiglia Costa. La madre Ernestina, il padre Giovanni e i tre figli, nati dopo che i primi tre sono morti appena vista la luce: Luigi il primogenito, Agostino e Camilla. È intorno a lei, figlia amatissima, che ruota questa bella storia di caparbietà, coraggio, abnegazione e amore nata dalla penna della brava Anna Pavignano.
Ancora bambina, in una notte di temporale in cui è rimasta sola in casa, Camilla, spaventata, corre verso l’osteria di suo padre. Fuori, la pioggia e i fulmini la spaventano meno, salta nelle pozzanghere a piedi nudi, ma il destino crudele l’aspetta al varco. L’omnibus quotidiano nell’oscurità non la vede e la travolge. Un volto che si sporge dal finestrino è l’ultima cosa che Camilla vede. Un volto e una voce: Avanti cocchiere! Qui non c’è nessuno. La troveranno i suoi ore dopo mezza morta e, per salvarle la vita, suo padre accetterà che le venga tagliata una gamba. Per Camilla, da quel momento, ci sarà per anni un ‘prima’ e un ‘dopo’ costellato di un sordo rancore verso quel volto sconosciuto, di sogni nei quali corre felice invece di arrancare con una stampella, di sentirsi chiamare ‘storpia’, di vedersi rifiutare gli studi nell’educandato torinese come vorrebbe suo padre, nel tentativo di risarcirla per una decisione presa per amore. Sarà lui, oste ma anche ottimo falegname, a costruirle l’arto mancante, adattandolo alla crescita della ragazza; a sostenerne desideri e decisioni a volte drastiche. E sarà l’amore immenso di sua madre a guarirla nel corpo e nell’anima.
Camilla è bella, ironica, generosa, determinata. Sa che non si sposerà mai. Chi vuole una storpia? Eppure, a una festa di paese, incontra Felice. Figlio di poveri contadini che hanno avuto un gran colpo di fortuna con i tartufi, è uno studente di medicina serio e impegnato, colpito dallo strazio delle partorienti nei reparti ospedalieri, pieno di umanità. Quella ragazza, che gli confessa la propria menomazione ben sapendo che così non lo vedrà mai più, gli ruba l’anima. Torna a cercarla e fra loro scoppia l’amore. Fermo e sicuro per Felice, ritroso e pieno di dubbi per Camilla. Con i sensi acuti che si ritrova, vede bene le difficoltà che dovranno affrontare, il biasimo del mondo, i sospetti che sia stata lei a irretire Felice. E infatti i genitori di lui gli proibiscono il matrimonio pena la cacciata di casa e la chiusura della borsa. Felice non si arrende e se ne va. Parte per Aigues-Mortes, in Francia, per lavorare nelle saline e raccogliere abbastanza denaro per emigrare in America con Camilla. Qui il romanzo incontra la Storia, vicende terribili, lontane e dimenticate.
Lasciamo ai lettori scoprire il seguito senza nulla anticipare.
Tanti però sono gli spunti che questo libro suggerisce ed esamina, spunti legati all’epoca, certo, ma pur sempre di viva attualità: le menomazioni fisiche e mentali alle quali chiunque può andare soggetto, incluse quelle che la vita ci impone costringendoci a scelte dolorose di separazione o ad accettare la morte di chi amiamo. La vita nei piccoli paesi, fatta di pregiudizi e pettegolezzi, di errate convinzioni e invidie contro chi si distacca dal pensiero comune e osa cambiare. Le limitazioni della scienza medica del tempo e il poco rispetto per le donne malate e le partorienti. Solo per citarne alcuni.
Anna Pavignano, sceneggiatrice di tutti i film di Massimo Troisi e vincitrice di un David di Donatello, ha lavorato con registi di fama internazionale costruendosi una formidabile carriera. Con questo, che non è il suo primo libro, ci conduce in un mondo fatto di dolore e speranza, popolato da personaggi vivissimi e intensi, prima fra tutti l’indimenticabile Camilla.