Codice Tondelli – Giulio Milani

Titolo: Codice Tondelli. La pagina è pelle, la parola è desiderio
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 307
Prezzo: €25,00

Quando entrarono gli anni Ottanta, mi avvicinavo ai venti anni. Fu un periodo davvero stimolante e interessante per la mia curiosità di lettore avido.

Sulla scena letteraria si affacciarono scrittori che avrebbero segnato un’epoca e i loro esordi furono davvero notevoli.

Così in quegli anni potevamo leggere Andrea De Carlo, Daniele Del Giudice, Marco Lodoli e Sandro Veronesi, narratori che diedero vita a una generazione che avrebbe influenzato la nostra letteratura.

Tra questi, uno in modo particolare mi colpì. Il suo nome era Pier Vittorio Tondelli e gli anni Ottanta iniziarono con Altri libertini, il suo irriverente libro d’esordio che fece molto parlare di sé e del suo autore.

Da quel libro sono diventato Tondelliano e sono stato sempre rapito dalla sua narrativa e soprattutto dalla sua idea di scrittura.

Oggi torno spesso a Tondelli, leggo e rileggo i suoi romanzi e lui è destinato a restare, perché è stato l’ultimo grande scrittore in grado di rappresentare un’epoca e l’inquietudine di una generazione.

Allo scrittore emiliano torna anche Giulio Milani con Codice Tondelli che non è una biografia, non è un omaggio, non è un ricordo. Questo libro è un contagio.

Con queste premesse Milani entra nel mondo di Tondelli nella febbre delle sue scrittura e della sua vita nella carne viva della sua esperienza esistenziale e letteraria.

Tra le pagine di questo libro, che per certi versi è un memoir, troveremo la geografia sentimentale di Pier Vittorio Tondelli, la sua idea di scrittura che prima di tutto è un modo di vivere, una vocazione che lo prende totalmente.

Per Tondelli scrivere non soltanto un mestiere e il suo problema è quello di non riuscire a separare la scrittura dalla sua vita personale.

Proprio per questo Tondelli è stato uno scrittore vero che si è mostrato nella sua più autentica nudità. Per lui scrivere prima di ogni cosa significa assumersi una responsabilità etica nei confronti di chi legge.

Milani ci conduce con il cuore appassionato nel laboratorio segreto di Tondelli e sostiene che il grande lascito dello scrittore risiede nell’idea che scrivere significa esporsi, mettersi in gioco completamente assumersi su di sé il peso delle parole e del loro impatto sul mondo.

In Codice Tondelli troveremo i suoi libri, le sue idee sulla scrittura e sul romanzo, il suo lavoro di critico letterario, di giornalista e di talent scout, del suo rilevante posto generazionale all’interno degli anni Ottanta.

Lo scrittore emiliano è stato un testimone eccellente della stagione culturale degli anni Ottanta, per questo lui resta uno scrittore indimenticabile e noi che abbiamo vissuto quegli anni non finiremo ma di ringraziarlo per il suo spirito innovatore. Tondelli da vero antropologo culturale ha scavato nel suo tempo, ne ha intercettato le mode, ha raccontato i costumi e le nuove tendenze artistiche e letterarie. L’opera di Tondelli nel suo complesso è il romanzo critico degli anni Ottanta.

Per Tondelli la contemporaneità significa registrare fedelmente le osservazioni su ciò che gli avviene intorno.

In tutti i suoi romanzi c’è un senso del presente, un presente vissuto intensamente.

Tutta la sua opera rappresenta un’ipotesi romanzesca sul quotidiano e sulla contemporaneità.

Altri libertini era la storia della fauna giovanile degli anni settanta vista con molta spietatezza e assunta a soggetto letterario attraverso il suo linguaggio.

Pao Pao è la storia di una selvatichezza giovanile imbrigliata nei regolamenti della vita di caserma e nello stesso tempo la risposta di libertà e di non sottomissione che giovani possono dare all’istituzione esercito, che qui rappresenta la società intera.

Rimini è questo grande affresco dell’Italia degli anni Ottanta e le sue storie nascono da un lavoro di ricerca giornalistica.

Camere separate è un libro malinconico, musicale, dolente che racconta una fuga reale interiore.

«Penso che in Italia ci sia bisogno di questo tipo di letteratura, fosse anche per lasciare una testimonianza di quello che sta succedendo, attraverso lo strumento del racconto contemporaneo».

In Codice Tondelli Milani rivela la portata rivoluzionaria dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, irregolare e testimone irriverente che nel dare voce all’autobiografia di una generazione era convinto che  la rivoluzione letteraria si fa partendo dal basso  (« Vuole democratizzare gli eccessi, vuole aprire  ai dropout le porte della casa letteraria, esattamente com’era accaduto a lui, un perfetto sconosciuto,  sul finire degli anni Settanta. Con il Progetto Under 25 lancia autori che giocano in squadra e demolisce un’intera editoria “seria” e autoriferita»).

Pier Vittorio Tondelli oggi avrebbe compiuto 70 anni. Nel bel libro di Giulio Milani troviamo tutto il suo alfabeto, esistenziale, sentimentale e letterario che passa attraverso una intuizione geniale: scrivere significa vivere.

Leggendolo oggi ci colpisce ancora sua la voce critica e lucida. Per noi Tondelli resterà sempre lo scrittore giovane con la sua letteratura emotiva che ha superato magnificamente la prova del tempo.

Perché, come giustamente sostiene Giulio Milani, «Tondelli non ha scritto per raccontare la sua epoca. Ha scritto per lasciare tracce di pelle sulle pagine. E noi siamo qui, ancora oggi, a passarci le dita sopra».

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