
Autore: Claudia Durastanti
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: minimum fax
Pagine: 129
Prezzo: 15 €
Cleopatra va in prigione è un romanzo che ha fatto proprie la potenza del realismo e le influenze del noir. Terzo libro di Claudia Durastanti, scrittrice e giornalista italiana. Un libro con una trama semplice, ma coinvolgente che si legge con facilità.
È un romanzo ambientato fuori Roma, Durastanti presenta vividamente la periferia urbana. Il titolo del romanzo è proprio tratto dalle condizioni peculiari dei quartieri più problematici che sono presenti anche in Cleopatra, quali la povertà, il lasciarsi trascinare, l’accontentarsi.
Sui binari della metropolitana le sarebbe piaciuto andare avanti buio, da sola continuando ad esplorare quegli strati sotterranei fino ad arrivare chissà dove, a giacimenti di asfalto e cascate , serragli di piante, caverne di barboni e giungle inesplorate.
La storia ci racconta di cuori e sogni infranti, di una vita reale, non tutta rosa e fiori, ma di una vita che delude, distrugge e con grande forza, però, ti rimette in piedi. Caterina, che passeggiando nella periferia romana pensa ad Aurelio, il fidanzato che è stato arrestato accusato di prostituzione nel night di cui era proprietario e condotto nella prigione di Rebibbia, e al suo amante, il poliziotto che ha condotto le indagini. Anche il padre di Caterina è a Rebibbia, sembra che tutti gli uomini della sua vita siano in conflitto con la legge e con il mondo.
L’anno in cui suo padre era finito a Rebibbia, Caterina aveva approfittato della sua assenza per lasciare la scuola e aveva trascorso le mattinate a stirare e piegare i panni davanti ai telefilm americani. Ricorda quel periodo come una serie di giornate identiche e soporifere in cui non si era lasciata andare a manifestazioni isteriche.
Durastanti utilizza un tipo di narrazione diversa dal solito, è un romanzo ordinato, lineare anche se con qualche salto all’indietro, ma la cosa curiosa ai miei occhi è l’alternanza fra capitoli raccontati in prima persona da Caterina e capitoli invece scritti attraverso gli occhi di un narratore esterno a focalizzazione zero. Ho travato interessanti le scelte lessicali armoniose e sempre puntualissime.
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