Addio a Giorgio Orelli, poeta del post-ermetismo

Si è spento ieri all’età di 92 anni il poeta e critico letterario Giorgio Orelli, considerato tra i massimi esponenti della poesia  italiana contemporanea.

Nato ad Airolo nel 1921, si laureò all’università di Friburgo, sotto la guida del noto critico e filologo Gianfranco Contini, per poi stabilirsi a nel 1945 a Bellinzona, dove si dedicò all’insegnamento e all’attività letteraria.

Accostato da molti critici al filone poetico del post-ermetismo ed in parte alla Linea Lombarda anceschiana, venne  inizialmente influenzato dalla poesia di  G. Pascoli e E. Montale, per passare in seguito ad una poesia capace di cogliere il  mondo circoscritto (nello specifico il cerchio familiare) della sua patria svizzera, puntando, nelle ultime raccolte, verso uno stile più narrativo.

Tra gli altri, vinse nel 2001 il Premio Chiara e nel 2012 l’ambito Premio Shiller.

Come affermò in un’intervista rilasciata per i suoi 90 anni: “La celebrità e la gloria passano come nuvole nel cielo. L’importante è la bravura, il sapere trasmettere quello che si ha dentro e quindi poco importano le classifiche”.

Tra le sue raccolte poetiche ricordiamo Né bianco né viola (1944), Prima dell’anno nuovo (1952), Poesie (1953), Nel cerchio familiare (1960), Sinopie(1977), Spiracoli (1989), Il collo dell’anitra (2001). Fu anche traduttore di J. W. Goethe, autore di studi critici (come Accertamenti verbali, 1978) e narratore (Un giorno della vita, 1960)

 

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